M5S, Campania silente accanto a Conte

L’ex territorio guida perde lo scettro: al comitato nazionale c’è un salentino

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse Nella foto: Giuseppe Conte

NAPOLI – Per Giuseppe Conte sono ore intense, il Movimento 5 Stelle è al bivio. Può far cadere il governo Draghi e riproporsi come forza di opposizione, di protesta, come ai vecchi tempi ormai andati, può rinunciare a tutto e restare ancora nella maggioranza un altro anno, garantendo gli stipendi a parlamentari che difficilmente saranno rieletti. E poi c’è da evitare la scissione dell’atomo. Le tensioni tra il leader del M5S, o meglio di ciò che resta del Movimento dopo la scissione di Luigi Di Maio, e il fondatore Beppe Grillo sono arrivate al capitolo finale. Le sortite del comico sono state meno efficace di recenti e Di Maio, che era stato per anni uno dei pochi a restare fedeli alla linea, è andato via lasciandolo praticamente da solo. E Conte ha a disposizione l’ultima arma per evitare la scissione dell’atomo: quella della revoca del doppio mandato. Grillo sul punto è intransigente, l’ex premier invece potrebbe accontentare deputati e senatori che vedono il baratro dell’uscita definitiva dalla scena politica. E per questo in Campania nessuno sembra intenzionato a restare fedelissimo in maniera oltranzista al fondatore del Movimento. E proprio la Campania, un tempo motore pentastellato, ha completamente perso il suo ruolo. Basti pensare che all’ultima elezione tramite piattaforma del rappresentante del Sud nel comitato nazionale a spuntarla è stato Antonio Salvatore Trevisi, salentino proprio come Giuseppi. Un segnale, Conte il Movimento ce l’ha in pugno. Anche se ormai ha in sostanza a disposizione macerie o poco più. I campani, ormai spodestati dal ruolo di prima forza sul territorio nazionale, restano fedeli a Conte, quindi, lasciando da solo il fondatore che gli ultimi ‘giapponesi’ li ha a disposizione solo al Nord Italia. Roberto Fico, Cosimo Sibilia, Angelo Tofalo, Luigi Gallo, Salvatore Micillo, Agostino Santillo e gli altri reduci restano accanto al nuovo leader grillino, in attesa che in un paio di settimane, magari in pieno agosto, sblocchi la questione del doppio mandato. A Grillo non resta che fare buon viso a cattivo gioco per non vedersi estromesso dalla creatura che lui stesso ha dato slancio insieme a Gianroberto Casaleggio. E quindi spingere Conte a contrapporsi in maniera forte a Di Maio, in modo da azzerare le possibilità del pomiglianese di acquisire consenso e tenere in piedi il Movimento, anche se con percentuali clamorosamente diverse rispetto al passato. Ormai siamo all’atomo. E una nuova scissione, pur possibile, suonerebbe come grottesca. Intanto Conte si è salvato dal ricorso degli attivisti napoletani. La leadership e lo statuto sono salvi, a settembre se ne ridiscuterà nel merito.

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