ROMA – Il conto alla rovescia per l’elezione di Giuseppe Conte a primo presidente del M5S è iniziato. L’Assemblea degli iscritti, che ha già dato il via libera alle modifiche dello statuto frutto del lavoro dell’avvocato pugliese, finirà di votare sulla piattaforma Skyvote domani sera alle 22. L’esito è scontato, l’ex premier sarà ufficialmente incoronato leader. Quello che resta da capire è il risultato finale della consultazione. In occasione della votazione dei giorni scorsi sullo statuto, su 113.894 aventi diritto si erano espressi 60.940 attivisti. E tra le fila pentastellate ovviamente si spera che Conte superi di parecchio l’asticella.
Soprattutto dopo l’avvio sprint registrato sullo strumento telematico che ha preso il posto della piattaforma Rousseau: dopo appena tre ore avevano infatti già votato 20mila persone. “La media, rispetto alla precedente votazione per lo statuto, ha fatto registrare un +60%” hanno fatto sapere fonti del Movimento.
Insomma, si delinea all’orizzonte un vero e proprio plebiscito per Conte, che però non lo metterà al riparo dalle critiche della parte ortodossa del Movimento che non ha gradito la nuova strada imboccata dopo la nascita dell’esecutivo Draghi. Esecutivo attaccato ancora una volta da Alessandro Di Battista. “In pochi mesi – si legge in un post su Facebook – questo governo ha violentato la democrazia parlamentare come mai prima”. Dibba, poi, non lesina critiche nemmeno ai suoi ex compagni: “Mesi fa quando presi la sola decisione conforme alla mia etica, ovvero lasciare un movimento diventato parte integrante (tra l’altro la parte che conta meno) dell’establishment, dissi che la storiella del ‘controllare dall’interno’ fosse una minchiata propagata da chi moriva dalla voglia di continuare a fare il ministro come se la qualità della propria vita dipendesse dalla ‘forma’ e non dalla sostanza”.
Ad attaccare il nuovo corso c’è anche il gruppo ‘Parola agli attivisti’ che chiede agli iscritti la cancellazione dal M5S, “da un partito che non ci rappresenta più”. Nel comunicato diffuso si indica la data di martedì 10 agosto per far “cadere ognuno la nostra stella”.
L’iniziativa, intitolata ‘MovExit di San Lorenzo’, arriva dopo che “in questi ultimi tempi abbiamo assistito impotenti ad una deriva verticistica”. “Anche le azioni degli ultimi mesi – prosegue la nota -, dal tradimento degli Stati Generali, alla fiducia a Draghi fino al voto favorevole alla ‘schiforma’ Cartabia, sono state un’offesa a tutto il percorso che ci ha visto protagonisti, fieri e dignitosi della scena politica”. “Andare avanti insieme non è più possibile” attacca quindi il gruppo, sottolineando che “la nascita del ‘partito di Conte’ è un’offesa ai territori e agli attivisti, voluta da un Garante che più volte ha imposto il suo ruolo e un nuovo presidente che porterà il ‘suo’ partito ad essere liquefatto nel Pd”.
Di parere opposto Luigi Di Maio, che anzi considera il voto su Conte presidente “un altro passaggio decisivo” per le sorti del Movimento.
Per il ministro degli Esteri, infatti, si tratta di “un momento di cambiamento e partecipazione, per raggiungere un altro risultato che ci consentirà di completare il nostro percorso di rinnovamento. Ormai ci siamo”. Silenzio assoluto invece da parte di Beppe Grillo che, dopo aver evitato di commentare l’ok al nuovo statuto, ha pubblicato sul suo blog un messaggio sulla necessità di una svolta immediata in tema di transizione ecologica. “Chiedersi quali sono i costi, potrebbe essere la domanda sbagliata. Sarebbe meglio chiedere: preferiamo perdere un dito o un braccio?” la domanda del garante, apparso ai più poco propenso in questa fase a dare una mano al prossimo presidente del Movimento.
di Ronny Gasbarri