Green pass, esulta Federalberghi. Fipe: “Pronti ma non a controllare i documenti”

MILANO – Federalberghi esulta, la Fipe resta perplessa, anche Federterme è dubbiosa e c’è preoccupazione nel mondo delle fiere e delle sagre. Sono diverse le reazioni delle associazioni di categoria al green pass, che scatterà da domani in Italia.

Dal 6 agosto, infatti, 270mila bar e ristoranti saranno “pronti, pur tra notevoli difficoltà organizzative”, al controllo dei certificati dei clienti che consumeranno al tavolo nei locali. Non manca tuttavia chi, soprattutto tra i bar, ha scelto di eliminare il consumo al tavolo perché non in grado di garantire il controllo dei certificati.

Ma l’ipotesi di dover controllare anche i documenti di identità viene vissuta con “profondo disagio – sottolinea la Fipe-Confcommercio – perché rappresenta un atto di sfiducia nei riguardi dei clienti e una forzatura perché gli imprenditori e gli addetti non possono svolgere funzioni da pubblico ufficiale”. “Occorre immediatamente mettere mano al decreto legge per correggere una distorsione che le imprese faranno fatica ad applicare”, commenta il vicepresidente vicario Aldo Cursano.

Nei ristoranti degli alberghi, invece, il certificato verde non sarà richiesto. Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, “ringrazia il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, il Governo e la Conferenza delle Regioni per aver risposto alle istanze di Federalberghi con una soluzione che consente alle famiglie di trascorrere in tranquillità le proprie vacanze”. A partire da domani, in ogni caso, il green pass sarà richiesto se il cliente che siede al tavolo del ristorante al chiuso non soggiorna nell’hotel.

Di tutt’altro tenore il parere di Massimo Caputi, presidente di Federterme-Confindustria, che lancia l’allarme. A suo dire, “ancora sussistono grandissime incertezze. Malgrado numerose richieste di delucidazioni ai ministeri competenti, non abbiamo ricevuto a tutt’oggi gli indispensabili chiarimenti: si va così incontro a situazioni abnormi, incomprensibili e di gravissima confusione per imprese e utenti, con danno per i servizi e la salute pubblica”.

Non manca la preoccupazione in altri settori. “Il green pass mette a rischio le fiere e le sagre: molti comuni, preoccupati dalla difficoltà legate ai controlli sui certificati vaccinali, sono pronti ad annullarle”, il grido di dolore dell’Anva, la confederazione del commercio su aree pubbliche Confesercenti. “Fiere e sagre – spiega il presidente nazionale Maurizio Innocenti – sono le uniche attività all’aperto ad essere state sottoposte all’obbligo di green pass. Un obbligo che si sta già configurando come l’ennesimo duro colpo per il nostro settore”.

Intanto, la Regione Piemonte ha scritto al Garante nazionale della privacy per avere conferma che agli esercenti privati non possano, e non debbano, essere attribuite funzioni tipiche dei pubblici ufficiali, con l’entrata in vigore del green pass domani. L’annuncio porta la firma dell’assessore agli Affari legali, Maurizio Marrone.

“Hanno perfettamente ragione – sottolinea – le associazioni di commercianti ed esercenti quando affermano che un ristoratore non ha alcun obbligo e titolarità di identificare i propri clienti esigendo l’esibizione dei documenti di identità, quantomeno nell’ordinamento giuridico italiano”.

di Luca Rossi

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