ROMA – Tensione, disaccordi, accuse reciproche. Il consiglio dei Ministri tenutosi ieri sera, e durato fino a tarda notte, ha portato con sé un responso chiaro: la maggioranza è sempre più spaccata. All’origine dell’ennesima diatriba tra Lega e Movimento 5 Stelle il ‘Salva-Roma’.
Lo stralcio del Salva-Roma alla base delle tensioni nell’ultimo consiglio dei Ministri
Lo stralcio, annunciato da Matteo Salvini, ha fatto perdere le staffe al presidente Giuseppe Conte: “Non siamo i tuoi passacarte – avrebbe detto il premier al leader leghista – devi portare rispetto a me e a ciascuno dei ministri che siedono intorno a questo tavolo. Non ti devi più permettere”. Da qui un susseguirsi continuo di momenti di tensione che, di fatto, sembra non aver portato a nulla. Neanche l’arrivo di Luigi Di Mario, che ha fatto slittare la sua presenza a causa di un’intervista tv, ha cambiato le carte in tavola. Anzi. Bisognava iniziare alle 18, ma la discussione è partita due ore dopo. Salvini, al termine della seduta, è parso soddisfatto: “Il Salva-Roma – ha detto – è fuori dal dl crescita, faremo un provvedimento ad hoc per tutti i Comuni. La Lega è soddisfatta, i debiti di Virginia Raggi non saranno pagati da tutti gli italiani ma restano in carico al sindaco”.
Un copione già visto
E poi ha punzecchiato Di Maio: “Quando si parla di crescita – ha sottolineato Salvini – è importante esserci, lo stralcio è stato concordato con chi c’era. Ci sono tanti Comuni in dissesto e in pure-dissesto, noi vogliamo aiutare i cittadini romani, i cittadini catanesi, alessandrini, savonesi: lo faremo con un provvedimento ad hoc”. Poco dopo le sue dichiarazioni, sono arrivate le smentite dei pentastellati. Un copione visto e rivisto, l’ennesima discussione che sembra non portare a nulla di buono. Almeno sul piano dell’unità di intenti. Se ce ne fosse ancora bisogno, l’ultimo consiglio dei Ministri ha confermato che l’amore gialloverde, nato per cause di forza maggiore, adesso non esiste davvero più.