M5S e Lega puntano ad una banca dati delle vaccinazioni in Italia

Senza tale banca, sarà difficile applicare l'"obbligo flessibile" di cui parla il ministro Grillo

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse in foto Giulia Grillo
Di Dario Borriello

ROMA (LaPresse) – Tutto parte da una banca dati. Il piano che hanno in testa M5S e Lega sui vaccini ha un cuore, un punto di partenza. Il database con tutte le informazioni su chi è in regola con i piani nazionali, chi ha ‘disertato’ e chi ancora non ha provveduto a mettersi in regola. Tutto diviso in fasce d’età, regione e comune di residenza, sesso e razza. L’Anagrafe vaccinale deve diventare al più presto realtà, questo è l’obiettivo principale che si pone il ministero della Salute.

Anche perché senza, sarà difficile applicare quello che Giulia Grillo ha definito “obbligo flessibile“. Ovvero lo screening sul livello di copertura territoriale dei piani vaccinali, da cui si partirà per applicare i dettami della legge Lorenzin. Laddove ci sia un numero di vaccinati al di sotto della soglia di pericolo. Con tanto di sanzioni per chi elude gli obblighi, pecuniarie (fino a 500 euro) e, in casi particolari, anche il divieto di accesso ai servizi scolastici.

All’Anagrafe penserà il governo con un decreto, che praticamente è già pronto e la spesa, tutto sommato, è contenuta

2,5 milioni di euro per la realizzazione, a cui si sommano 185mila euro nel 2018 e altri 80mila euro nel 2019. Parallelamente, il Parlamento discuterà un disegno di legge a prima firma del capogruppo M5S al Senato, Stefano Patuanelli, e controfirmato anche dalla Lega, a dimostrazione della compattezza sul tema. Al momento si conosce solo il titolo del provvedimento, “Disposizioni in materia di prevenzione vaccinale“, ma il testo non è disponibile. “È ancora una bozza al vaglio degli uffici legislativi“, spiega il presidente della commissione Igiene e sanità di Palazzo Madama, il pentastellato, Pierpaolo Sileri. “Si lamenta la fine dell’obbligo vaccinale, ma rimane e sarà modulabile a livello territoriale. Tenendo conto dei dati scientifici ed epidemiologici che avremo con il pieno funzionamento dell’anagrafe vaccinale“, rivela il medico e docente universitario, che giudica “pretestuose e inutili le polemiche di queste ore“.

In contemporanea verranno attivate delle campagne informative, per le quali saranno coinvolte le Regioni

Soddisfatti i consumatori: “Introdurre la flessibilità nelle vaccinazioni rappresenta una soluzione equilibrata. Che concilia l’esigenza di garantire la salute collettiva con i diritti delle famiglie e il diritto all’istruzione dei bambini“, afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. Negativo, invece, il giudizio dei pediatri del Collegio nazionale dei professori universitari, a cui si accodano i presidi. “Imporre l’obbligo vaccinale in caso di emergenze epidemiche è come allacciarsi le cinture dopo un incidente stradale“, afferma poi l’immunologo Roberto Burioni. Spiegando che “l’obbligo serve a tenere alte le coperture evitando per l’appunto le epidemie“.

Critiche alla maggioranza arrivano anche da Pd e Forza Italia

Famiglie, pediatri e presidi esprimono preoccupazione, ma la ministra va avanti senza fare una riflessione in più – dice il segretario del Partito democratico, Maurizio Martina -. Sono preoccupato, perché sono scelte che segneranno un grosso passo indietro“. Rincara la dose la deputata e responsabile di FI giovani, Annagrazia Calabria, che parla di “disarmante incompetenza” della responsabile della Salute, Giulia Grillo: “Non si scherza con la salute dei nostri figli, per fortuna presidi, pediatri e buona politica prendono le distanze da questa ignorante follia“. Ma da settembre basterà una autocertificazione per far entrare i bambini a scuola. Mentre M5S e Lega scrivono, anzi riscrivono, la legge sulla prevenzione vaccinale.

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