ROMA (Loredana Lerose) – E’ quello di Giuseppe Conte il nome proposto da M5S e Lega come premier. Ieri i leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono saliti al colle per comunicare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella la loro scelta. Ma, in maniera imprevista, il capo dello Stato ha deciso, prima di affidare l’incarico, di dare il via a nuove consultazioni. In mattinata riceverà i presidenti di Camera e Senato Maria Elisabetta Casellati di Forza Italia e Roberto Fico del M5S.
Conte chi?
Il premier ‘in pectore’ è pugliese, nato a Volturara Appula in provincia di Foggia 54 anni fa, vive a Roma dove esercita la professione di avvocato e di docente di diritto privato all’università Luiss. Dopo la laurea in Legge alla Sapienza di Roma Conte è stato borsista del Cnr. Ha vissuto diverse esperienze formative all’estero, da Yale alla Sorbonne, Dalla Duquesne a Cambridge, dall’International Kulture Institute di Vienna alla New York University. Il 18 settembre del 2013 è stato eletto dalla Camera dei deputati come componente laico del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa.
Conte e il M5S.
Era tra i ministri di Di Maio
E’ stato in campagna elettorale che il nome di Conte ha fatto la sua comparsa ufficiale tra le fila dei pentastellati. Di Maio lo aveva inserito nella squadra dei ministri che avrebbero composto il suo governo in caso di vittoria alle politiche dello scorso 4 marzo. Per Conte, il capo politico del M5S, aveva pensato all’incarico di ministro per la Pubblica Amministrazione. A lui è stato affidato l’incarico di scrivere il programma elettorale del Movimento sui temi della giustizia. Inoltre, a testimonianza della grande fiducia che Di Maio ha nei suoi confronti, Conte è diventato anche legale di fiducia del numero uno grillino.
Indicazione unitaria M5S-Lega, ma a Mattarella non basta
Conte è stato indicato come premier del governo giallo-verde sia da Di Maio che da Salvini, ma Mattarella ha deciso di prendere tempo per valutare se il 54enne pugliese ha le carte in regola per guidare il Paese. Inevitabile convocare i presidenti Fico e Casellati per sondare gli umori. Quella che potrebbe preoccupare il presidente non è la maggioranza, ampia, alla Camera, quanto quella risicata di solo sei senatori. In mattinata, dopo le consultazioni saranno più chiare le intenzioni di Mattraella su Conte e sul governo giallo-verde.