Noto, tra i miei amici e sui social, una sorta di psicodramma collettivo per la cocente sconfitta in casa contro il Cagliari. C’è chi sostiene che “tutto è perduto, tutto è da rifare” e chi invece incolpa solo la ‘ciorta’. Pur rispettando le opinioni di tutti e pur rintracciando fondi di verità nelle parole delle persone, mi viene da sorridere. Ci sono due tifoserie opposte, una nichilista ed una ottimista. Senza peccare di superficialità, mi viene in mente il grande Massimo Troisi: “Tra un giorno da leone e 100 da pecore, non possiamo fare 50 da orsacchiotti?”. Ecco, quello che più mi ha sorpreso nel post partita è l’irrazionalità dilagante nella tifoseria del Napoli, che da uomo in più rischia di diventare un uomo in meno. Sia per chi critica ad ogni costo sia per chi sostiene che tutto è perfetto. Ragazzi, ma è una partita.
Siamo al 27 settembre. Il Napoli ha dato prova (in realtà lo fa da tanti anni) di essere una società solida ma soprattutto una squadra molto forte e brillante. La partita col Cagliari, se giocata altre 10 volte finisce 2 o 3-0 per gli azzurri. Viceversa, non si possono nascondere i problemi che da inizio stagione ci perseguitano: un centrocampo a tratti squilibrato, dei cali di concentrazione incomprensibili. E’ su questo solco che dovremmo tutti concentrare le nostre critiche, positive o negative che siano. Quello che mi preoccupa, da teatrante navigato, è il tentativo maldestro di trarre conclusioni definitive ed universali ogni settimana. Il Napoli vince con il Liverpool? Siamo i più forti del mondo. Perdiamo con il Cagliari? Diamoci all’ippica. In questa bulimia social e mediatica rischiamo di seppellire una delle squadre più forti d’Europa e il sogno che si chiama scudetto. Possiamo permettereche il chiacchiericcio da bar si trasformi in analisi sportiva? Non credo. Credo invece che mai come quest’anno abbiamo una grande opportunità.
La Juventus è forte, ma alcuni calciatori sembrano a fine ciclo e il cambiamento da Allegri a Sarri deve essere ancora assorbito. L’Inter è migliorata, ma guardandola giocare emergono tanti difetti e forse una rosa stretta considerando l’impegno in Champions. Le altre non paiono all’altezza. Il Napoli può provarci, ma serve quell’uomo in più che negli anni c’è sempre stato e che in questa stagione non deve venir meno: il pubblico, il tifo sfrenato che rende tutto più facile. Non piangiamo sui 6 punti versati, ma puntiamo ai 99 ancora da assegnare.
Oscar Di Maio