PALERMO – Oltre alle 8 misure cautelari eseguite questa notte che hanno portato in carcere i vertici del mandamento mafioso di Pagliarelli a Palermo, i carabinieri del nucleo informativo hanno sequestrato la villa di lusso con piscina in stile Scarface dove viveva la famiglia del capo mandamento Giuseppe Calvaruso. Una misura cautelare reale disposta dal gip Piergiorgio Morosini su richiesta dei magistrati della Dda Dario Scaletta e Salvatore De Luca. Una villa ottenuta schiacciando il vero titolare con il peso dell’intimidazione mafiosa di un boss. Una vicenda particolarmente indicativa del ferreo controllo del territorio da parte delle famiglie mafiose di Pagliarelli. Nel caso della villa di via Altofonte, costruita abusivamente, poi completamente sanata, Calvaruso con la scusa di dirimere una controversia fra proprietario e inquilino, non solo ha cacciato quest’ultimo ma ha convinto il proprietario a cedergli la lussuosa villa con piscina. L’immobile ha continuato ad essere intestato al proprietario originario (indagato a piede libero), ma di fatto da anni era diventata l’abitazione principale della famiglia del capo mandamento.
Nel corso dell’indagine, prima delle otto misure cautelari eseguite questa notte, i carabinieri del nucleo investigativo di Palermo avevano già arrestato in flagranza di reato 3 persone ed è stato deferito in stato di libertà un altro soggetto. Si tratta di corrieri presi durante i tanti viaggi dalla Campania e dalla Calabria con nascoste decine di chili di droga nelle auto, quasi sempre perse a noleggio. Arresti che hanno portato al sequestro di circa 70 kg di stupefacente e circa 20.000 euro in contanti. Il blitz di questa notte arriva dopo le quattro operazioni del mese scorso che hanno disarticolato le piazze di spaccio di Palermo con 112 misure cautelari eseguite in 35 giorni dai carabinieri. Se i quattro blitz di novembre si sono concentrati sui pusher, l’operazione di questa notte ha azzerato il livello superiore, quello dei trafficanti che garantiscono l’approvvigionamento alle piazze di spaccio. E i risultati investigativi confermano come Cosa nostra abbia in mano tutto il business della droga in città, solo ad un livello più alto e remunerativo della vendita al dettaglio.
(LaPresse)