Mafia, blitz a Palermo: 28 arresti, c’è anche il ‘re del riciclaggio’

Quattro persone ai domiciliari: pure un noto avvocato palermitano

Foto LaPresse - Claudio Furlan

PALERMO – Sono 28 le persone arrestate dalla guardia di finanza nell’ambito di un’inchiesta sulle cosche mafiose palermitane. Tra le persone raggiunte dall’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia c’è anche Giuseppe Corona, ritenuto un boss emergente di Cosa Nostra.

Il successore di Totò Riina

Per gli inquirenti Cosa Nostra, dopo i vari colpi inflitti dallo Stato, ha cercato di dotarsi di nuovi vertici. Questo soprattutto dopo la cattura di Totò Riina. Giuseppe Corona sarebbe uno dei ‘nuovi’, tanto da essere ritenuto il ‘re del riciclaggio’, in quanto capace di riciclare fiumi di denaro. Per gli inquirenti Corona è l’uomo che si occupa di prendere i soldi incassati dal traffico di sostanze stupefacenti e, come si dice in gergo, ‘ripulirlo’, investendolo in attività lecite.

Le persone coinvolte

Sono 24 le persone finite in carcere ritenute appartenenti alla mafia, ma anche prestanomi ed estorsori per conto dei clan. Per altre quattro invece, tra cui il noto penalista palermitano Nico Riccobene, sono scattati gli arresti domiciliari. L’avvocato Riccobene è accusato di concorso in intestazione fittizia dei beni. Infatti avrebbe suggerito a un suo cliente, Raffaele Favarolo (ritenuto appartenente alla famiglia mafiosa di Resuttana), di separarsi dalla moglie per interstarle tutte le proprietà e scongiurare, così, i sequestri. Favarolo, tra l’altro, è il figlio del pentito Marco, tra i responsabili dell’omicidio dell’imprenditore antiracket Libero Grassi.

Per 19 indagati, inoltre, è stato disposto il divieto di dimora. L’inchiesta ha preso il via da un’altra indagine che, l’anno scorso, aveva messo nel mirino il clan mafioso di Resuttana, guidato dalla famiglia Madonia.

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