Roma (LaPresse) – Tornano in carcere Matteo Calvio e Riccardo Brugia, i due collaboratori di Massimo Carminati condannati l’11 settembre nel processo di appello al cosiddetto ‘mondo di mezzo’. Calvio e Brugia sono stati quindi condannati dalla terza corte d’appello. Rispettivamente a 10 anni e 4 mesi e 11 anni e 4 mesi per associazione di stampo mafioso.
Restano invece ai domiciliari l’ex consigliere Pdl Luca Gramazio, condannato a 8 anni e 8 mesi, e il manager Franco Testa, condannato a 9 anni e 4 mesi. Nei loro confronti i giudici ritengono non sussista il pericolo di reiterazione del reato.
“Trovo profondamente ingiusto che chi è stato dalla parte politica sia uscito quasi indenne dal processo e chi non lo era debba scontare tutta la pena in carcere”. È quanto commenta l’avvocato Fabrizio Gallo, difensore di Matteo Calvio, dopo aver appreso della nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per il suo assistito.
Il pensiero del magistrato Alfonso Sabella
Il vero momento storico fu quello degli arresti nel 2014. Più legalità con Raggi sindaco? Assolutamente no, legalità non vuol dire restare immobili per paura di incappare in possibili rischi. L’attuale classe burocratica è probabilmente più onesta di quella che c’era nel dicembre 2014, ma è sostanzialmente incapace di dare risposte alla città”. Il magistrato Alfonso Sabella è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano – Dentro la notizia” condotta da Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. Riguardo la sentenza della corte d’appello che ha riconosciuto l’associazione mafiosa per gli imputati nel processo Mondo di Mezzo. “E’ stata definita da molti come una sentenza storica –ha affermato Sabella-.(Segue).
