Mafia, Cartabia: “si combatte non solo con i giudici ma con l’educazione e la cultura”

"La profonda conoscenza del fenomeno mafioso aveva portato a comprendere che occorreva - e occorre - accompagnare l'imprescindibile lavoro giudiziario con un'attività di sensibilizzazione soprattutto dei più giovani. Educazione e cultura accanto all'attività giudiziaria".

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

PALERMO – “La profonda conoscenza del fenomeno mafioso aveva portato a comprendere che occorreva – e occorre – accompagnare l’imprescindibile lavoro giudiziario con un’attività di sensibilizzazione soprattutto dei più giovani. Educazione e cultura accanto all’attività giudiziaria”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Marta Cartabia nel suo intervento alla commemorazione dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nell’aula bunker del carcere Ucciardone davanti alle 46 delegazioni dei procuratori generali dei Paesi del Consiglio d’Europa che ieri e oggi si sono riuniti a Palermo per la prima conferenza internazionale. Alla commemorazione partecipano il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura David Ermini, i familiari delle vittime e le massime autorità civili e militari. Cartabia ha poi aggiunto: “Dei figli di detenuti si occupava instancabilmente Francesca Morvillo, stimata e rispettata giudice minorile, ben consapevole che per sottrarre i più giovani alle logiche della criminalità organizzata occorre attrarli a una proposta più interessante, più avvincente, più liberante. Di qui il suo impegno sociale e culturale con i più giovani, perché come avrebbe efficacemente detto lo scrittore Gesualdo Bufalino, la mafia sarà sconfitta da un esercito di maestre di scuola elementare”.

LaPresse

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