PALERMO – Le attività d’indagine finalizzate all’individuazione delle disponibilità economico-imprenditoriali riconducibili ad appartenenti all’organizzazione mafiosa Cosa Nostra, svolte dal nucleo investigativo dei Carabinieri di Palermo, hanno portato tra aprile e maggio 2018, all’emissione da parte della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, che aveva accolto le richieste della Procura della Repubblica, di un provvedimento di confisca di beni per un valore complessivo di circa 720.000 euro a carico di Salvatore Bisconti, 67 anni, nato a Belmonte Mezzagno e di un altro provvedimento di confisca di beni per un valore complessivo di circa 500.000 euro a carico di Giacinto Di Salvo, 79 anni, di Bagheria.
Con tali provvedimenti è stata dichiarata l’irrevocabilità delle confische e l’ingente patrimonio, riconducibile a Cosa Nostra, è entrato definitivamente a far parte del patrimonio dello Stato.
Salvatore Bisconti, imprenditore, era stato tratto in arresto nell’operazione denominata “Perseo”, con l’accusa di aver fatto parte del mandamento mafioso di Belmonte Mezzagno, in particolare per aver partecipato a due episodi estorsivi, riportando una condanna ad anni 8 e mesi 8 di reclusione.
Giacinto Di Salvo è ritenuto reggente del mandamento mafioso di Bagheria, ad oggi si trova in carcere. È stato arrestato nell’operazione denominata “Argo”, per aver diretto il mandamento e la famiglia mafiosa di Bagheria, coordinando costantemente le attività illecite degli altri affiliati e capi famiglia, in particolare nel settore delle estorsioni alle imprese e agli esercizi commerciali della zona.
Tra i beni confiscati ai due ci sono appezzamenti di terreno e case tra Belmonte Mezzagno, Misilmeri, Bagheria e Altofonte, 18 rapporti bancari e degli autoveicoli.
(LaPresse)