ROMA -Arresti, perquisizioni e sequestri in Italia e all’estero da circa un miliardo di euro. A far scattare le manette, ieri mattina, è stata un’inchiesta della Direzione nazionale antimafia sul gioco online. ‘Ndrangheta, mafia siciliana e pugliese unite per fare business con le scommesse illegali.
Il gioco online
Nessun proiettile da sparare. Nessuna bomba. Serviva ‘movimentare’ il denaro, farlo girare, riciclarlo. E le cosche hanno scelto il gioco, attivando anche società estere per gestire l’affare.
L’operazione, coordinata dal procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho racchiude tre attività investigative che hanno interessato la Sicilia, la Calabria e la Puglia.
Segui il denaro
La guardia di finanza in collaborazione con polizia, carabinieri e Dia ha scoperto e disarticolato un giro miliardario di scommesse illegali gestito dalla criminalità organizzata in tre regioni
Tracciando i flussi di denaro gli investigatori sono riusciti a capire come le cosche si erano spartite il mercato delle scommesse illecite. I guadagni venivano poi reinvestiti in patrimoni immobiliari e posizioni finanziarie all’estero intestate a persone, fondazioni e società, schermati con la complicità di prestanome di comodo.
Quattro miliardi e mezzo è il volume d’affari messo in piedi dai tre sistemi. Tra i coinvolti ci sono anche i rampolli della famiglia siciliana Archi.
Le ipotesi di reato
I 68 arrestati rispondono a vario titolo di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e autoriciclaggio, illecita raccolta di scommesse on line e evasione fiscale.
La Dna ha disposto sigilli anche a beni situati all’estero grazie alla collaborazione delle autorità giudiziarie di Austria, Svizzera, Regno Unito, Isola di Man, Paesi Bassi, Curaçao, Serbia, Albania, Spagna e Malta, nonché dell’Unità di Cooperazione Eurojust.