Mafia, sequestrati beni per 6 milioni di euro ad un imprenditore di giochi online

L'uomo dirigeva e controllava il settore economico dell’esercizio di giochi e scommesse affidando alcune delle relative agenzie ad altri associati mafiosi

Foto LaPresse - Moro Francesco 31/01/17 Zingonia/Ciserano ITA Cronaca Nuova operazione Carabinieri palazzi Athena Zingonia Nella foto: l'intervento dei Carabinieri nei palazzi Athena a Zingonia nel territorio del comune di Ciserano, operazione che ha portato al ritrovamento di droga e proiettili Photo LaPresse - Moro Francesco 02/01/17 Palermo ITA News First day of sales in Palermo, Sicily n the picture: Shop's windows

MILANO – I carabinieri del comando provinciale di Trapani e del Ros, coadiuvati da quelli del Nas di Roma e del Nucleo Investigativo di Ragusa, hanno dato esecuzione nei confronti di Calogero John Luppino a un provvedimento di sequestro di beni del valore di circa 6 milioni di euro, emesso dal tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo. Luppino, ex consigliere comunale di Campobello di Mazara, era stato arrestato nel 2019 per associazione di tipo mafioso nell’indagine Mafiabet che aveva permesso di monitorare la sua rapidissima ascesa imprenditoriale nel mondo delle scommesse e giochi on-line. Luppino dirigeva e controllava il settore economico dell’esercizio di giochi e scommesse affidando alcune delle relative agenzie ad altri associati mafiosi.

La sua ascesa era stata favorita in tutto e per tutto dagli affiliati ai mandamenti mafiosi di Castelvetrano e Mazara del Vallo che obbligavano i vari esercizi commerciali del trapanese ad installare i device delle società di LUPPINO, pena pesanti ritorsioni. Gli esercizi che invece accettavano il monopolio facente capo a Cosa Nostra, potevano godere della ‘protezione’ dei mafiosi pronti a punire chi, tra la delinquenza comune, prendeva di mira quegli esercizi commerciali. Così era accaduto con un bar della provincia che aveva subito un furto proprio di macchinette per giochi gestite da società legate all’imprenditore mafioso. Cosa Nostra aveva individuato il responsabile del furto e, tramite il referente mafioso di quel luogo, aveva provveduto alla punizione del presunto reo, colpevole di aver danneggiato un esercizio che già aveva pagato la protezione dell’associazione mafiosa.

(LaPresse)

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