PALERMO – Sequestro da dieci milioni di euro in Sicilia. Benedetto, Filippo e Giuseppe Graviano sono stati raggiunti da un provvedimento di confisca. Nel mirino dei finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo aziende, quote societarie e immobili nella disponibilità dei Graviano. I tre fratelli reggenti del mandamento di Brancaccio sono condannati all’ergastolo per le stragi di Capaci e via d’Amelio in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Il tesoro del clan
Una villa nel Comune di Misilmeri e una ad Altavilla, otto appartamenti e una rivendita di tabacchi a Palermo e un parcheggio a Misilmeri: i beni immobili non sono che una parte del bottino accumulato in decine d’anni dai fratelli Graviano. Il provvedimento emesso dal tribunale di Palermo colpisce anche diverse imprese e partecipazioni economiche ad attività commerciali. La confisca riguarda anche tre distributori di carburante, all’altezza di via Oreto a Palermo. Le tre rivendite sono state affidate da oltre un anno e mezzo alla custodia giudiziaria a persone estranee agli ambienti della criminalità organizzata
Le indagini delle fiamme gialle
L’attività investigativa svolta dalla guardia di finanzia ha permesso di rilevare come, attraverso la gestione delle attività commerciali confiscate, i fratelli Graviano investivano ingenti quantità di denaro. Coordinate dalla direzione distrettuale antimafia le indagini hanno permesso inoltre di trovare il ‘punto caldo’ degli affari nella rivendita al dettaglio di carburante. Le acquisizioni sarebbero iniziate fin dai primi anni Novanta. I fratelli avrebbero acquistato aree di grandi dimensioni in punti strategici nelle vicinanze dell’autostrada. Gli accertamenti economici del Gico del nucleo di polizia hanno dimostrato come dietro l’ingente speculazione vi fossero prestanome insospettabili.
Dalla strage di Capaci a oggi
Benedetto (60 anni) è il primo dei quattro figli Michele Graviano. Insieme ai fratelli Filippo (57 anni), Giuseppe (55 anni) e Nunzia (50 anni) rappresentano gli esponenti più noti della famiglia. Tra gli episodi più efferati l’omicidio del parroco Pino Puglisi, di cui sono stati i mandanti. Filippo e Giuseppe sono inoltre tra i responsabili delle stragi di Capaci e via d’Amelio, in cui morirono i giudici Falcone e Borsellino, reato per cui sono stati condannati all’ergastolo.