La direzione distrettuale Antimafia di Palermo ha emesso un decreto di fermo nei confronti di sette persone accusate di far parte della ricostituita Commissione provinciale di Cosa nostra. Il progetto di ridare vita la Cupola era stato scoperto lo scorso 4 dicembre e aveva portato al fermo di 47 tra boss e gregari. In particolare, sono state individuate altre due figure di vertice dell’organizzazione criminale che hanno partecipato in qualità di capi mandamento alla stessa commissione provinciale. Si tratta di Leandro Greco, nipote dello storico capomafia Michele Greco, chiamato ‘il papa’ e morto nel 2008; e Calogero Lo Piccolo, figlio del boss Salvatore Lo Piccolo, arrestato nel 2007, ritenuto capo del mandamento di San Lorenzo Tommaso Natale.
Il tentativo saltato
Il fermo di oggi ha riguardato inoltre Giuseppe Sirchia, affiliato di spicco della famiglia mafiosa di Passo di Rigano, che avrebbe partecipato all’organizzazione della riunione della commissione provinciale, occupandosi in particolare della consegna dei messaggi di convocazione alla riunione, nonché di accompagnare alcuni affiliati nel luogo individuato per la riunione. Fermati anche Giuseppe Serio, Erasmo Lo Bello, Pietro Lo Sicco e Carmelo Cacocciola, accusati di associazione mafiosa nonché di aver commesso alcune estorsioni nel territorio di San Lorenzo-Tommaso Natale.
Il ruolo dei collaboratori
Particolare importanza nelle indagini ha ricoperto la recente collaborazione avviata con i magistrati da parte di due capi mandamento a seguito dell’inchiesta dello scorso 4 dicembre. Si tratta di Francesco Colletti e Filippo Bisconti, che dopo aver confermato la rispettiva posizione di vertice a Villabate e a Belmonte Mezzagno, hanno confermato la riorganizzazione della commissione provinciale di Cosa nostra, specificandone le dinamiche interne, fornendo importanti elementi a sostegno dell’accusa nei confronti di Leandro Greco. Calogero Lo Piccolo e Giuseppe Sirchia. (Lapresse2019)