MILANO – Il maltempo fa aumentare i prezzi delle verdure al dettaglio del 7% rispetto allo scorso anno. Mentre nei campi gli agricoltori fanno i conti con i danni provocati da pioggia, grandine, vento forte e allagamenti. Che hanno devastato le campagne e ridotto le disponibilità sui mercati con effetti sui raccolti, il lavoro, i consumi e l’inflazione. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sull’impatto della primavera dai campi alla tavola. Diffusa in occasione della premiazione del primo concorso fotografico ‘Obiettivo Acqua’. Promosso da Coldiretti, Anbi (Associazione nazionale consorzi gestione tutela territorio e acque irrigue) e Fondazione Univerde, con la presenza del presidente, Ettore Prandini, e del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa.
I dati dell’analisi della Coldiretti
Colpite le campagne in un momento particolarmente delicato per l’agricoltura con le semine, le verdure e gli ortaggi in campo e le piante che iniziano a fare i primi frutti. Si è verificata una vera strage, sottolinea l’organizzazione, per verdure, cereali, girasole e frutta con danni a vigneti, agrumeti, oliveti e ciliegi. Ma anche alle infrastrutture, dalle stalle scoperchiate alle strade rurali franate, alle serre distrutte. “Tra le colture più colpite ci sono sicuramente – spiega Coldiretti – le ciliegie, soprattutto a causa della grandine che ha devastato i raccolti nella provincia di Bari in Puglia. Dove si coltiva oltre un terzo della produzione nazionale totale ed è andato perso fino al 60% dei frutti di varietà Bigarreau e Giorgia.
Un problema che interessa anche gli ortaggi, a partire da insalate e radicchi. E gli effetti si faranno sentire al mercato soprattutto nelle prossime settimane. Quando si inizierà a raccogliere anche l’altra frutta estiva che in più zone del Paese è stata flagellata dalla grandine che è l’evento più temuto dagli agricoltori. Perché i chicchi spogliano le piante compromettendo i raccolti successivi”. Il risultato è un calo atteso dell’offerta di prodotti. Con effetti sulla spesa che deve fare i conti con la variabilità delle quotazioni. Segnalata dagli ultimi dati dell’Istat con i fenomeni speculativi sui prezzi al consumo. Che rischiano di innescarsi per colpa delle distorsioni di filiera, a scapito dei consumatori e dei produttori.
(LaPresse)