di Attilio Celeghini
MILANO (LaPresse) – “Dobbiamo mettere a posto tante cose ma sono ottimista”. Ha sintetizzato così Roberto Mancini il bilancio del trittico di amichevoli con cui ha inaugurato la sua gestione da commissario tecnico. Successo sull’Arabia, sconfitta con la Francia, avversaria in questo momento di gran lunga superiore, pareggio con l’Olanda. Test che, aldilà dei risultati altalenanti, hanno offerto allo jesino indicazioni preziose in vista del delicato e non facile lavoro di ricostruzione che lo attende. Quella manciniana è una Nazionale sicuramente acerba, ma con le carte in regola per rimettersi in carreggiata.
“Dopo dieci giorni è difficile sviluppare concetti di gioco buoni”, ha sottolineato l’ex allenatore dello Zenit
Ma la gara con gli Orange ha certamente offerto più luci che ombre. E’ piaciuto l’atteggiamento autoritario e propositivo del primo tempo, costellato da molte occasioni non sfruttate. Certo, andrà migliorata la lucidità sottoporta. Dire che una vittoria sarebbe stata meritata è esagerato. Anche se, nell’ultima parte della ripresa, con l’Italia in dieci per l’espulsione di Criscito, i ‘Tulipani’ hanno visto premiati i loro sforzi nel raggiungere il pari. Pareggio realizzato dall’incornata di Aké due minuti dal triplice fischio.
E in ogni caso, ogni analisi deve tener conto della turnazione degli uomini
Il ct ha voluto, giustamente, testare i giovani e tra di loro una delle note liete è stato il vivacissimo Chiesa, uno dei pezzi pregiati del mercato, peraltro autore dell’assist per il vantaggio di Zaza, altro nome che è importante recuperare. Di certo, se la risalita deve passare necessariamente dalla linea verde, Mancini – che nei tre test ha fatto esordire Politano, Berardi, Caldara, Mandragora e Baselli– ricorrerà ancora all’aiuto dei ‘senatori’. Vedremo, a settembre, su quali deciderà di contare. I giocatori di qualità non mancano, la ‘mission’ sarà quella di compattarli in una squadra.
Non è da considerare proprio un ‘veterano’ azzurro, eppure Mario Balotelli ha lasciato una traccia certamente positiva nello spogliatoio.
Bene le prestazioni dentro il campo, arricchite dal gol all’Arabia e altrettanto bene il comportamento fuori, con dichiarazioni misurate, incentrate sulla fedeltà alla maglia e sulla consapevolezza che non è più tempo per le ‘balotellate’. Un Balotelli, insomma, tornato maturo dagli anni all’estero: “Ho il dovere di dare l’esempio a tante persone. E nella mia vita privata voglio essere un esempio per mia figlia. Quindi tante cose che facevo quando avevo 18 anni non le faccio più”, ha assicurato l’attaccante del Nizza intervenendo alla presentazione del libro ‘Demoni’ di Alessandro Alciato a Torino. Quindi ha speso parole di apprezzamento per Mancini. “Un allenatore a cui tengo molto. E’ una persona fantastica, ho un rapporto speciale. Ma mi ha convocato perché penso di meritare di essere in questa Nazionale. Come lo meritano gli altri. Non è una questione di maturazione ma di meriti sportivi”. SuperMario ha riconquistato l’Italia e l’Italia si aspetta anche il suo contributo per superare uno dei momenti più bui del nostro pallone.