Manovra correttiva, Tria: “Nessuno la chiede, quindi la escludo”. E sull’Ue: “Rallentata dallo stop della Germania”

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA – “Nessuno la chiede, quindi la escludo”. Così il ministro dell’Economia, Giovanni Tria con Sergio Costa al Festival Nazionale dell’Economia Civile di Firenze.

“La crescita è necessaria e non sufficiente, ma ci vuole. In questo periodo – ha aggiunto il professore – siamo di fronte a un rallentamento della crescita europea, si è fermato il motore dell’Europa, la Germania, e la parte produttiva dell’Italia legata al manifatturiero della Germania”.

Tria ha spiegato che «siamo in una fase della globalizzazione caratterizzata dalla iperconnettività, che ha portato alla polarizzazione della crescita e questo ha portato all’aumento delle disuguaglianze economiche e alla perdita di controllo di queste connessioni, di queste reti.

Serve crescita equilibrata

“L’impatto di una crescita così squilibrata si ha nei paesi. Non c’è stabilità finanziaria senza stabilità sociale. Se guardiamo al tipo di crescita, questa può essere non inclusiva ma diretta, con un modello sbagliato che porta alla non crescita. Serve dunque – ha aggiunto il ministro – una crescita equilibrata e non squilibrata, altrimenti si ha un impatto anche sociale. Inseguiamo la stabilità finanziaria, ma non può esserci senza stabilità sociale”.

Partono i decreti sblocca cantieri

“In questi giorni – ha continuato – si approveranno i decreti sblocca cantieri e poi le misure necessarie per contrastare la stagnazione, questo rallentamento. Spero anche prima del Documento di economia e finanza. C’è una spinta nel Paese che si vuole liberare di lacci e lacciuoli, c’è una voglia di fare e non piangersi addosso. In Italia si è legiferato solo in funzione delle patologie della Pubblica amministrazione, ma non in funzione della fisiologia della Pa. Servono norme per il normale funzionamento della Pa”.

La corruzione non solo in Italia

A proposito dello sblocca cantieri, Tria ha aggiunto che “ci sono nel Paese sensibilità diverse, c’è l’idea che bisogna tenere sotto controllo la corruzione”, ma “non credo che in Italia ci sia più corruzione che negli altri Paesi. Quando escono più casi di corruzione questo avviene perché c’è più contrasto”.

L’Italia arranca

“Qual è il centro della crisi? L’industria automobilistica tedesca che rallenta perché la Cina investe nell’elettrico e l’industria tedesca non ha investito su questo, pensando che il problema del clima e dell’ambiente non fosse importante e adesso deve rincorrere. In Italia abbiamo fondi stanziati per il rinnovo dei trasporti urbani, ma i nuovi autobus devono essere elettrici, ma la produzione italiana in questo campo è scarsa. In Italia la produzione non è al passo della nostra stessa tecnologia perché non c’è stata innovazione trainata dalla domanda pubblica”.

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