ROMA – Basta col rapporto “ambiguo e conflittuale” tra Italia e Ue che ha caratterizzato l’esecutivo M5S-Lega. Ora, con il governo giallo-rosso, le parole d’ordine sono “credibilità, coerenza e fiducia”. Il nuovo ministro dell’Economia, il dem Roberto Gualtieri, si presenta alla sua prima riunione con i colleghi Ue promettendo una fase nuova. E incassa subito l’apertura di Valdis Dombrovskis, che nella Commissione Ue avrà l’ultima parola sui dossier economici, sui quali peraltro lavorerà anche Paolo Gentiloni, designato commissario al posto di Pierre Moscovici.
Un clima più disteso
A Helsinki, in effetti, la musica sembra diversa. Il clima appare più cordiale di quello che accoglieva Giovanni Tria, il predecessore di Gualtieri al Mef. Al termine della prima giornata di riunioni, Dombrovkis spiega di aver incontrato il nuovo responsabile dei conti pubblici italiani per “conoscere le priorità del nuovo governo e come sarà impostata la legge di Bilancio del 2020”. E’ tutto ancora un ‘work in progress’, sottolinea l’ex premier lettone, ma “è stato incoraggiante che Gualtieri abbia illustrato l’intenzione dell’Italia di restare all’interno delle regole del braccio preventivo del Patto di Stabilità e Crescita”.
Gualtieri si presenta
Come altri ministri dell’Economia, anche Gualtieri ha indicato la volontà di ricorrere alla flessibilità prevista dal Patto. Su questa richiesta “bisognerà fare un approfondimento”, spiega Dombrovskis ai cronisti, precisando che parlarne ora sarebbe prematuro ma tutto sarà più chiaro “quando la Commissione europea avrà completato le previsioni economiche d’autunno”.
Cordialità e ottimismo
Lo staff arrivato da via XX Settembre, comunque, sembra ottimista. Sul vice presidente della Commissione, normalmente dipinto come un falco rigorista, si parla di “clima di cooperazione costruttiva”. E un altro faccia-a-faccia importante, quello con il ministro Olaf Scholz, viene definito “molto cordiale”. Costruttivo, sempre secondo fonti italiane, pure il primo scambio di vedute con il francese Bruno Le Maire.
Lo stesso Gualtieri, arrivando ad Helsinki, aveva ammesso di ritrovare non solo dei colleghi ma degli “amici”: i ministri arrivati all’Ecofin finlandese, in effetti, lui li frequentava già, sino a qualche giorno fa, nella veste di presidente della commissione economica dell’Europarlamento.
La nuova manovra del governo
La nuova manovra, per il momento, ha poche linee guida. Di sicuro c’è lo stop alla Flat Tax cui stava lavorando la Lega. “Era ingiusta, sbagliata, insostenibile e incostituzionale”, dice il ministro in un’intervista a ‘Repubblica’, attirandosi una nuvola di polemiche dal centrodestra. Certo, Gualtieri vuole comunque ridurre la pressione fiscale, ma puntando sulle fasce più disagiate. Dove trovare le risorse per abbassare le tasse? Con tre ingredienti: contrasto all’evasione fiscale, magari avvalendosi di innovazione tecnologica e digitalizzazione; controllo della qualità della spesa pubblica; revisione degli incentivi fiscali.
Quota 100 e reddito di cittadinanza
Quota 100 e Reddito di cittadinanza, comunque, rimarranno invariate. O meglio, il meccanismo di pensionamento anticipato, che ha durata triennale, dovrebbe andare ad esaurimento. Il sussidio per i meno abbienti, invece, dovrebbe essere migliorato dopo una verifica sul funzionamento, da effettuare insieme alle parti sociali. Il ministro esclude poi l’ipotesi della patrimoniale, mentre per le privatizzazioni “occorre un disegno complessivo” ma l’obiettivo di incassare 18 miliardi nel 2019 “è del tutto irrealistico”.
La revisione del patto di stabilità
Sui progetti di revisione del Patto di stabilità europeo, citati anche dal premier Giuseppe Conte come prioritari, la strada sarà lunga. “Non riguarda certo l’attuale legge di Bilancio”, precisa Gualtieri. Lo scorporo delle spese per gli investimenti, soprattutto queli ecologici e sostenibili che Roma non vorrebbe conteggiare nel deficit, potrà essere realtà solo sul lungo termine. Non per la legge di Stabilità di questo autunno.
(LaPresse/di Matteo Bosco Bortolaso)