MILANO – Anche se per l’Italia si prefigura una crescita al di sotto delle attese, è presto per parlare di una manovra correttiva. A lanciare un invito alla calma, su questo fronte, è Mario Draghi.
Interpellato in merito alla situazione italiana nel corso dell’audizione tenuta oggi, il presidente della Banca Centrale ha infatti affermato che “è prematuro ipotizzare la necessità di rettificare il bilancio“.
L’Italia, ha confermato il numero uno della Banca centrale europea, “cresce meno rispetto al passato” e “significativamente meno rispetto alle aspettative”. Una tendenza già inquadrata tanto da Bankitalia quanto dal Fondo monetario internazionale.
D’altra parte, i dati di crescita italiani erano inferiori a quelli dei partner dell’euro anche in periodi di vacche più grasse, cioè prima della fase di rallentamento che sta interessando tutto il blocco.
E lo stesso Draghi ha affermato settimana scorsa – ma il discorso è valido per tutta l’area euro – che le probabilità di una recessione sono al momento piuttosto basse. “Bisognerà vedere quale sarà il gettito“, ha quindi concluso oggi in riferimento alla legge di Bilancio, “poi si faranno delle valutazioni“.
Un monito indiretto è invece arrivato dal numero uno di Francoforte
“Un paese perde sovranità quando il livello del debito è tale che qualunque decisione passa al vaglio del mercato, cioè di attori che non votano ma determinano i processi“, ha affermato Draghi precisando che questa è una realtà “dovuta a decisioni politiche adottate dai governi di questi paesi”.
Le affermazioni non hanno visto l’Italia citata in modo palese
Un Paese il cui debito pubblico supera di gran lunga il Pil – nel terzo trimestre del 2018 il rapporto si è attestato al 133% – non può non tenere conto. (AWE/LaPresse)