ROMA – Arriverà lunedì in Parlamento la legge di Bilancio, bollinata dalla Ragioneria dello Stato e trasmessa al Senato insieme al decreto firmato da Sergio Mattarella che autorizza la presentazione alle Camere. Tra gli alleati, però, non si placa lo scontro sulle cosiddette ‘microtasse’ che consentono al Governo di far quadrare i conti. Si tratta, tra nuovi balzelli e rimodulazioni fiscali come quella prevista sulle auto aziendali, di specifiche che consentono allo Stato di incassare poco più di 2 miliardi nel 2020 e 4 miliardi nel 2021.
Tra questi, la Plastic tax – che da sola vale un miliardo il primo anno e 2,2 miliardi il secondo – la sugar tax sulle bevande zuccherate (234 milioni nel 2020 e 262 milioni nel 2021), la tassa sulle auto aziendali ad eccezione dei veicoli ibridi ed elettrici (332 milioni nel 2020, 387 nel 2021), la tassa sucartine e filtri per le sigarette fatte col tabacco per le quali occorre acquistare cartine e filtri (31 milioni l’anno).
I 199 articoli della manovra da lunedì saranno quindi oggetto degli emendamenti delle forze parlamentari. E non solo della minoranza. Praticamente tutti i partiti che sostengono la maggioranza sono concordi nella necessità di modificare ulteriormente il fringe benefit sulle auto aziendali. “Siamo disponibili a confrontarci con le associazioni di categoria per tarare meglio queste misure, ma tenendo fermi i saldi della manovra”, dice Antonio Misiani. E anche chi, secondo i rumors di palazzo, l’aveva proposta, è pronta a cambiare: “Ho posto il tema dei sussidi ambientali dannosi, ma la norma sulle auto aziendali non l’ho mai pensata così e non l’avrei mai scritta così – spiega Laura Castelli -. In Parlamento, siamo pronti a collaborare con Gualtieri per migliorare un testo che ha visto la condivisione della maggioranza di Governo. E sono certa che con il coinvolgimento del ministro dell’Ambiente, Costa, sarà possibile scriverla in modo da non penalizzare il sistema produttivo italiano tutelando l’ambiente”.
Diversa la questione per quel che riguarda la Plastic tax
Se per Matteo Renzi, infatti, è un microbalzello come gli altri, così non è per Pd e M5S. “Il Governo è nato lanciando il Green New Deal, parlando di riforme che portino a inserire l’ambiente in Costituzione e ascoltando le spinte che arrivano dalle nuove generazioni. La Plastic tax non deve essere messa in discussione: è un passo importante per iniziare un nuovo corso”, scrive su Twitter il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Inca, tornando su quanto detto anche dal ministro pentastellato all’Istruzione Lorenzo Fioramonti.
I Dem accusano Italia viva di affrontare con ipocrisia la questione
“Avete postato le foto del nostro mare e dei suoi abitanti inquinati di plastica. Avete aperto le vostre manifestazioni di corrente con video suggestivi sull’inquinamento e gli spezzoni di Obama. Ora, avete distribuito tra i gadget pubblicitari borracce coi simboli e selfie con Greta e la sua generazione – attacca su Facebook Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud e la coesione territoriale -. E ora, 4 o 5 centesimi per quella bottiglietta che (fino a ieri?) non volevate nelle vostre foto, valgono la vostra polemica? Valgono il vostro posizionamento? No, io credo di no. E se ci pensate un momento, non ci credete nemmeno voi”.
Dello stesso avviso Andrea Orlando: “E improvvisamente la plastica, come per miracolo, non inquina più!”, scrive su Twitter il vicesegretario Pd che punta il dito contro le “polemiche sterili” di chi non supporta “una manovra fortemente ecologista”. Adesso saranno i numeri in Aula a dare una nuova impronta alle manovra. La legge dovrà essere convertita in legge entro il 31 dicembre ed entrerà in vigore l’1 gennaio 2020. (AWE/LaPresse)