Vivere senz’auto, un sogno possibile

Bici, car sharing, mezzi di trasporto: tutti i suggerimenti per una vita lontano dallo smog, nel Paese col più alto tasso di motorizzazione d’Europa. La scrittrice Linda Maggiori spiega nel suo libro come fare a meno del volante

Sembra un’utopia, eppure è tutto vero. Vivere senza possedere una macchina è possibile. Ci spiega come fare Linda Maggiori, autrice del libro “Vivo senz’auto”.
Uscito martedì e presentato nei giorni scorsi alla nuova libreria per ragazzi “Il Mattoncino” di Napoli, il libro ‘green’ di Linda raccoglie tante testimonianze delle cosiddette “famiglie senz’auto”, quelle che adottano mezzi alternativi alla macchina per compiere tutti gli spostamenti quotidiani.

Un manuale d’oro per chi non ne può più dello smog del traffico cittadino, dei clacson impazziti e della lunga ricerca di un parcheggio. Un volume scaturito da una riflessione sulla storia della motorizzione in Italia. Il nostro Paese detiene un triste record, quello di essere il primo in Europa e tra i primi al mondo per tasso di motorizzazione.

“In Italia ci sono ben 647 auto ogni 1000 abitanti, compresi bimbi e anziani. Insomma: c’è una macchina per ogni maggiorenne. Spesso non ce ne rendiamo conto, ma basta pensare che ogni bambino è circondato da cinque auto. Un dato che ricostruisce perfettamente il livello di invivibilità delle nostre città”, spiega l’autrice del libro. I dati sono allarmanti, ma come fare nel concreto a diminuire il numero di auto pro capite? “Ogni famiglia ha di norma due auto. Per ridurre l’impatto ambientale basterebbe già possederne una sola. E, in alternativa, utilizzare tutti quei mezzi che non inquinano e non ‘ingombrano’ le strade. Parliamo quindi delle biciclette, dei mezzi di trasporto, del car sharing e, perché no, promuovere anche la condivisione dell’auto tra più famiglie”.

“Vivo senz’auto” si divide in tre parti. La prima ricostruisce la storia della motorizzazione in Italia e di come si sia sviluppata negli anni una sorta di “auto-dipendenza”. Nella seconda parte l’autrice analizza le conseguenze negative della motorizzazione privata. Con il supporto di ricerche scientifiche, si elencano quali sono i danni legati all’inquinamento e quindi provocati al clima e il numero di incidenti stradali che ogni anno si verificano in Italia (circa 3500). Si riflette inoltre sui guai causati dalla cementificazione e dall’occupazione degli spazi verdi.

La terza parte del libro è invece quella propositiva, in cui si elencano quindi i numerosi aspetti positivi del vivere senz’auto. Portando a sostegno di questa riflessione i modelli positivi di quelle città italiane che hanno ridotto l’utilizzo delle macchine. Bolzano è in pole position, seguita da Pesaro e da Venezia, con Milano sulla strada giusta.

Anche in Campania cresce la consapevolezza del dover ridurre l’inquinamento provocato dalle macchine: l’esempio virtuoso nostrano è quello di una famiglia di Pozzuoli che da tempo si muove solo con mezzi pubbici o, semplicemente, a piedi.

Altro aspetto da non sottovalutare, è che dire addio alla macchina fa bene all’ambiente, a noi stessi, e anche al portafogli: “Per un’utilitaria poco costosa si spende in media dai 4mila agli 8mila euro all’anno tra benzina, manutenzione, bolli, parcheggi e via dicendo. Un vero e proprio salasso quotidiano che pesa moltissimo sul bilancio di una famiglia. Ecco perché incentiviamo le persone a fare a meno della macchina. Bisogna partire dal proprio quotidiano per ridurre l’inquinamento”, prosegue Linda Maggiori.

Il governo sostiene chi decide di rottamare la propria auto, offrendo abbonamenti per i mezzi pubblici o incentivando l’acquisto di bici elettriche. L’aiuto che spesso manca è però quello delle amministrazioni locali, che, oltre a migliorare il più possibile il servizio del trasporto pubblico, dovrebbero dedicare ad esempio più corsie preferenziali a pedoni e ciclisti. Richieste che devono partire dagli stessi cittadini, dai quali può quindi nascere un circolo virtuoso. “Fare la spesa, portare i bimbi a scuola, e tante azioni quotidiane sono tutte possibili senza la macchina. Noi famiglie senz’auto usiamo ad esempio un carrellino che attacchiamo alla bici in cui possiamo caricare tutti i pesi, compresi gli stessi bimbi. Noi risparmiamo soldi e stress, e loro si divertono e fanno movimento. Meglio di così!”

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