ROMA – Una mobilitazione no-stop dei sindacati, perché il governo deve cambiare rotta nella sua politica economica. Una roadmap di iniziative da marzo a giugno, che culmineranno in una grande manifestazione al Sud. Dopo il successo dell’iniziativa in piazza del 9 febbraio, Cgil, Cisl e Uil rilanciano la loro azione e chiedono risposte al governo, in particolare su fisco e autonomie.
Sindacati pronti a scendere in piazza contro la manovra
Il programma messo a punto dalle segreterie unitarie delle tre sigle è importante: si parte già il 15 marzo con lo sciopero generale unitario e la manifestazione dei lavoratori edili, poi lunedì 25 marzo incroceranno le braccia i lavoratori del trasporto aereo.
Il 1 maggio è prevista una manifestazione in Emilia
Ad aprile il 10 ecco la riunione degli esecutivi unitari, per fare un tagliando all’azione dei sindacati e verificare il termometro delle relazioni con l’esecutivo. Il Primo maggio tutti in piazza per la Festa dei lavoratori, con la manifestazione nazionale che andrà in scena in Emilia, molto probabilmente a Bologna. Al centro l’Europa, l’unità del Paese, contro i rischi dell’autonomia differenziata e per una reale riforma fiscale. Il 13-14 maggio a Matera sono previste 2 giornate di lavoro dei gruppi di lavoro dirigenti: sul tavolo Sud, Europa e lavoro.
Preoccupano i dati economici della manovra
Infine, a metà giugno, è già in cantiere una “grande” manifestazione in una città del meridione, che potrebbe essere Reggio Calabria. Ancora da definire le mobilitazioni regionali di altre categorie, tra cui i pensionati e i lavoratori del pubblico impiego e della scuola. “Abbiamo deciso un percorso che continua la mobilitazione per ottenere gli obiettivi contenuti nella nostra piattaforma – ha spiegato il leader Cgil Maurizio Landini – Il dato economico attorno a noi ci preoccupa e conferma il nostro giudizio negativo sulla manovra che è recessivo, va cambiata radicalmente l’impostazione”.
La necessità è accelerare il cambiamento
E se per la collega Cisl Annamaria Furlan serve “accelerare il cambiamento dell’economia italiana”, il numero 1 Uil Carmelo Barbagallo sorride: “Abbiamo deciso un percorso che da’ il segno dell’impegno del sindacato per lo sviluppo del Paese e continuità alla mobilitazione”. Si prospetta una primavera sindacale frizzante: un’altra ‘spina’ per il governo già sotto pressione internamente (Lega-M5S) ed esternamente (Europa).
(LaPresse/di Alessandro Banfo)