Manovra, Moscovici tarpa le ali: “Sul deficit non ci siamo ancora”

Per la Carfagna Di Maio è come Tsipras, costringe Italia all'umiliazione

in foto Pierre Moscovici

MILANO – “Non ci siamo ancora”. Così il commissario per gli Affari europei, Pierre Moscovici, ha commentato la proposta del governo italiano di abbassare il deficit per il 2019 dal 2,4% al 2,04% per venire incontro alle richieste della Commissione europea. “Questo è un passo nella giusta direzione, ma non ci siamo ancora, ci sono ancora passi da fare, forse da entrambe le parti”, ha spiegato il commissario Ue.

Per la Carfagna Di Maio è come Tsipras, costringe Italia all’umiliazione

“Sono ormai un ricordo sbiadito le immagini di Luigi Di Maio trionfante sul balcone di Palazzo Chigi, dal quale annunciava di aver convinto il suo ministro dell’economia a scrivere su carta ‘2,4 per cento’ del deficit. Il capo del M5S ha portato il governo italiano alla stessa umiliazione subita tre anni fa dalla Grecia. Con Tsipras costretto a rimangiarsi le promesse agli elettori accettando condizioni peggiori di quelle che avrebbe potuto strappare qualche mese prima. Se l’Italia avesse presentato una manovra con meno tasse, più investimenti e più crescita, Bruxelles non avrebbe potuto bacchettarci.

Se porti il reddito di cittadinanza, sei il governo che blocca la Tav, fai scappare gli investitori e calare il Pil, vieni trattato di conseguenza. Salvini e la Lega siano consapevoli che è ora di cestinare la cosiddetta manovra del popolo, riaprire integralmente la legge di bilancio ripensando in profondità le priorità per la crescita, il lavoro e il futuro degli italiani”.

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