Manovra, la rabbia di infermieri e ostetriche contro la sanatoria

La manovra non fa arrabbiare solo Pd e sindacati. I rappresentanti delle professioni mediche si schierano contro la sanatoria per i non iscritti agli Ordini

LaPresse/Stefano Cavicchi

ROMA – La manovra del governo gialloverde suscita polemiche fra le opposizioni e i sindacati, ma anche fra le associazioni di categoria delle professioni mediche. Il Pd con Maurizio Martina pensa a un ricorso alla Corte costituzionale, ma non è previsto che un partito possa presentarlo. I sindacati, con in testa la Cgil di Susanna Camusso, evidenziano anche loro la scarsa rispondenza ai dettami della Costituzione.

Professioni mediche, no alla sanatoria

E i rappresentanti di professioni come infermieri, fisioterapisti e ostetriche sono in rivolta per una norma che suona tanto come una sanatoria. Sarà infatti possibile esercitare la professione anche senza essere iscritti agli albi resi obbligatori dalla Lorenzin.

Attività per 36 mesi per poter esercitare

In pratica, basterà avere esercitato l’attività per 36 mesi, anche non continuativi, in dieci anni. Il ministro della Salute Giulia Grillo difende questa previsione e fa notare che in questo modo si evita che 20mila persone finiscano per strada. Ma la rabbia delle associazioni di categoria non sembra placata da queste spiegazioni. Il provvedimento va in senso contrario rispetto alla tendenza degli ultimi anni di regolare le professioni mediche. Una deregulation che sanerà molte posizioni ma che al momento suscita più contrarietà che altro. Le associazioni stanno intervenendo sui rispettivi siti istituzionali e sui social e chiedono di modificare la norma.

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