ROMA (LaPresse) – Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, esulta per le nuove assunzioni nel mondo della scuola vidimate in consiglio del Ministri. Ma i sindacati del settore smorzano il suo entusiasmo. “Avanti con il lavoro per l’avvio del nuovo anno. Dobbiamo ridare centralità, fiducia e autorevolezza alla scuola. Governance, inclusione, diritto allo studio, edilizia scolastica, innovazione metodologico-didattica sono le priorità“, dice dopo l’approvazione all’assunzione a tempo indeterminato per l’anno scolastico 2018/19 su posti vacanti e disponibili di 57.322 unità di personale docente. Di cui 43.980 docenti su posto comune e 13.342 docenti su sostegno. 46 unità di personale educativo. 212 dirigenti scolastici. 9.838 unità di personale Ata.
“Questi numeri sono la risposta migliore a chi ha accusato questo Governo di voler licenziare i precari della scuola”
Così gli fa eco il leghista Rossano Sasso, componente della Commissione Cultura e Istruzione della Camera. Diverso il parere dei sindacati. “Il contingente autorizzato è molto al di sotto delle aspettative: tra gli insegnanti si poteva fare molto di più“, dice l’Anief. Il sindacato si sofferma poi sul dato riguarda le immissioni in ruolo del personale educativo. Per le quali il Ministero dell’Economia non ha tenuto conto della richiesta presentata dal Miur di autorizzarne 77, concedendone appena 46.
“Quella presa sulle assunzioni degli educatori è una decisione che ci lascia sconcertati. Perché l’amministrazione procede soltanto con l’autorizzazione per le immissioni in ruolo di un posto su dieci in organico di diritto. Mentre continua l’esclusione dalle procedure concorsuali riservate, dopo che la Buona Scuola aveva ignorato la presenza degli educatori, come se fossero docenti di un altro Paese“. Così spiega il presidente Marcello Pacifico che si dice pronto a ricorsi nei tribunali del lavoro.
Il coordinatore della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, invece mette in luce come “l’Italia viaggia a velocità diverse anche per le assunzioni a tempo indeterminato dei docenti, creando iniquità di trattamento e negando una cattedra fissa a migliaia di colleghi“. “In molte regioni le procedure stanno andando molto a rilento, con il rischio concreto che le graduatorie non vengano completate entro il 31 agosto e che le cattedre disponibili continuino ad essere coperte da supplenti annuali anche l´anno prossimo“, conclude.