Maroni assolto per il viaggio a Tokyo: condannato per lavoro a ex collaboratrici

La sentenza sul processo dopo due anni di udienze

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 28-02-2018 Roma Politica Palazzo Chigi. Firma di accordo per l'autonomia delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna Nella foto Roberto Maroni Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 28-02-2018 Roma (Italy) Politic Palazzo Chigi. Agreement signature for the autonomy of the Lombardia, Veneto and Emilia Romagna regions In the pic Roberto Maroni

MILANO (LaPresse) – Raccomandazioni per far ottenere a due ex collaboratrici dei tempi del Viminale, Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo, un nuovo lavoro. E “pressioni” per far partecipare nel giugno del 2014 la Paturzo, che era stata assunta come temporary manager da Expo. E alla quale era legato da “una relazione sentimentale”, a un viaggio promozionale a Tokyo a spese della società.

Caso Maroni tra assoluzione e condanna.

Sono queste le accuse al centro del processo, nato dall’inchiesta Finmeccanica e celebrato davanti alla quarta sezione penale del Tribunale di Milano. E che vedeva imputati l’ex governatore lombardo Roberto Maroni, il capo della sua segreteria politica Giacomo Ciriello. Inoltre Andrea Gibelli, allora segretario generale del Pirellone e la sua ex collaboratrice Mara Carluccio. Che nel frattempo era stata assunta dalla partecipata dal Pirellone, Eupolis. Le accuse a vario titolo erano di turbata scelta del contraente e induzione indebita.

Per questa vicenda il collegio presieduto da Maria Teresa Guadagnino ha condannato Maroni a 1 anno e a una multa di 450 euro per il reato di turbata libertà nella scelta del contraente, per il suo ruolo di “sponsor” e “ispiratore” di Mara Carluccio, che ha ottenuto un contratto con Eupolis, ente di Regione Lombardia, che lei stessa si sarebbe “ritagliata in base alle sue competenze”. Assolto, invece, “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di induzione indebita per aver esercitato pressioni perché l’altra sua ex collaboratrice Maria Grazia Paturzo alla quale, per l’accusa, era legato da una “relazione affettiva” partecipasse a una tappa del tour per promuovere Expo a Tokyo, nel giugno del 2014.

Le condanne.

Stessa condanna anche per Giacolo Ciriello, ex capo della segreteria politica di Maroni. Condannato a 10 mesi e 20 giorni e al pagamento di 300 euro di multa, invece, Andrea Gibelli, allora segretario generale del Pirellone e a 6 mesi e 200 euro di multa Mara Carluccio, alla quale i giudici hanno riconosciuto le attenuati generiche. Per tutti la pena è stata sospesa e per i coimputati di Maroni il collegio ha disposto la non menzione nel casellario giudiziario. Il collegio presieduto dal giudice Guardagnino, infine, ha disposto la trasmissione alla Procura degli atti relativi alle testimonianze della Paturzo, della portavoce di Maroni, Isabella Votino, dell’avvocato e parlamentare di Forza Italia, Sabrina Rossello e dell’allora direttore generale di Eupolis, Alberto Brugnoli, per valutare eventuali profili di falsa testimonianza.

Si conclude il processo dopo due anni di udienze.

Si è concluso così, dopo quasi due anni di udienze, il processo di primo grado, caratterizzato da una serie di frenate e rallentamenti. In diverse occasioni, infatti, le udienze sono slittate per impegni istituzionali di Maroni. Cinque udienze consecutive, poi, fino a giugno 2017, erano saltate per problemi di salute del difensore di Maroni, l’avvocato Domenico Aiello, immobilizzato dal mal di schiena.

Nonostante Maroni abbia deciso di non ricandidarsi, poi, la requisitoria del pm Fusco e la sentenza sono state fissate dopo l’appuntamento elettorale del 4 marzo scorso. Il procuratore aggiunto Fusco in aula aveva chiesto una condanna a 2 anni mezzo con le attenuanti generiche per Maroni. Chiesti anche 2 anni e 2 mesi per il capo della sua segreteria politica Giacomo Ciriello, 1 anno e 800 euro di multa per Andrea Gibelli, allora segretario generale del Pirellone e 10 mesi e 800 euro di multa per Carluccio.

A finire sotto la lente del procuratore aggiunto Fusco, già titolare dell’inchiesta su Finmeccanica, erano state proprio le “insistenze” di Maroni per ottenere che Expo si “accollasse le spese” della trasferta a Tokyo della Paturzo. Pressioni esercitate anche grazie al capo della segreteria politica del Pirellone, Giacomo Ciriello. Dall’altro capo del telefono, c’era l’ex dg di Expo Christian Malangone (che per questa vicenda è stato assolto in appello). E tramite lui Giuseppe Sala, che anche in aula ha spiegato di essersi opposto a coprire le spese di quel viaggio costosissimo.

Una trasferta costata 6mila euro a Expo.

Tra business class e soggiorno in un albergo pluristellato, la trasferta in occasione della Festa della Repubblica sarebbe costata alle casse di Expo circa 6mila euro.
Maroni, però, com’è emerso dalle intercettazioni agli atti del processo, aveva già promesso alla sua ex collaboratrice di portarla con se. Il 29 maggio, i biglietti e la prenotazione al seguito del governatore, vengono regolarmente pagati da Expo. Anche se il viaggio salta anche perchè Maroni preferisce cambiare meta e andare a Berna.

Al suo posto a Tokyo ci andrà il suo assessore alla Salute, Mario Mantovani. Per l’accusa quel cambio di programma era stato dettato in parte da questioni personali. L’ex governatore, per il procuratore aggiunto Fusco, “aveva colto l’insofferenza enorme di Isabella Votino”, sua portavoce, “per quel viaggio”. La Votino, infatti, com’è stato confermato anche nel corso del processo, non apprezzava la Paturzo.

Di Benedetta Dalla Rovere

 

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