MILANO (LaPresse) – “Io sono uno che i bilanci li fa spesso e, mai come stavolta, è proprio il caso di dire quanto sono stato fortunato. Sono arrivato a questo traguardo in salute e facendo il lavoro che ho sempre sognato”. Lo racconta Maurizio Costanzo in un’intervista esclusiva con Chi in edicola da mercoledì 22 agosto, in occasione del suo 80esimo compleanno.
“Non amo festeggiare i compleanni, ma pensandoci un regalo lo vorrei: che Maria non smetta mai di volermi così bene”.
La lunga carriera tra inchieste e interviste
Dei sessantadue anni di carriera dice: “Dicono che sono un uomo severo, ma in realtà lo sono stato più con me stesso. E che ho anche potere, ma in realtà chi lo è, è colui che ordina e comanda, e io non lo faccio. Credo di aver fatto bene, ma se devo riconoscere un fallimento è quando facevo l’impresario del Teatro Parioli di Roma: potevo farlo meglio. Mentre da giornalista non mi pento di nulla, ho solo un rammarico: non aver mai intervistato un Papa”.
Le priorità di Maurizio Costanzo
E riguardo alla famiglia dice: “Non so se sono stato un buon padre, dovrebbero dirlo loro, ma i miei tre figli sono tutti persone per bene e forse il merito è anche mio. I miei nipoti? Adoro il nostro rito della pizza: ogni 20 giorni vengo nel mio ufficio e mangiamo tutti insieme: adoro ascoltarli. E poi c’è Maria, la persona più importante della mia vita, con la quale festeggio i 23 anni di matrimonio proprio il giorno del mio compleanno. Come facciamo ad andare così d’accordo? Uno dei segreti è dormire separati, che non vuol dire libertinaggio come pensano erroneamente in molti!”
Un solo rammarico
E concludendo confessa a Chi: “Non mi spaventa invecchiare, è solo uno stato d’animo. C’è solo una cosa che mi manca: la vita di prima (inteso prima dell’attentato di via Fauro che ha subito nel 1993, ndr) quando non dovevo vivere sotto scorta ed ero un uomo libero”.