“Mentre parlate il futuro scade”

"Mentre parlate il futuro scade"
"Mentre parlate il futuro scade"

NAPOLI – La rabbia, la speranza, la paura. Sono gli ingredienti del Global strike for Change, lo sciopero globale per il clima, che ormai da diversi anni anima le piazze di tutto il pianeta per porre fine all’emergenza climatica. La manifestazione ha un obiettivo ambizioso, ma non impossibile da realizzare. I protagonisti sono i giovani, le nuove generazioni che rivendicano un futuro che è andato in fumo per le scelte dei loro padri e delle classi politiche di tutti i livelli di governo. Ieri in tutto il mondo milioni di persone hanno sfilato armati di striscioni e megafoni per rivendicare la giustizia climatica. In Campania sono state organizzate proteste a Napoli, ad Aversa, ad Avellino e a Salerno. “Mentre parlate il futuro scade”, è uno dei messaggi più accorati della protesta.

AVERSA

Gli attivisti di Aversa hanno scelto di organizzare un dibattito nella biblioteca comunale Gaetano Parente, in piazza Federico Santulli, con i candidati agli uninominali e plurinominali alla Camera della circoscrizione di Aversa, per capire le loro proposte alla vigilia delle elezioni sul nucleare, i rigassificatori, le  fonti rinnovabili e i trasporti. Un’occasione per parlare dei temi che sfuggono alla campagna elettorale in corso, su cui i comitati locali chiedono maggiore attenzione, e soprattutto forme di intervento.

NAPOLI

Nel capoluogo partenopeo ha sfilato un partecipatissimo corteo: migliaia di giovani in coro hanno chiesto una rivoluzione ecologica immediata: rivogliono indietro il proprio futuro. Ai gruppi ambientalisti si sono aggiunti i sindacati, i centri sociali e le delegazioni di scuole superiori ed università: “Gli atenei non possono essere finanziati da chi avvelena ogni giorno i nostri territori”, è il messaggio che arriva forte e chiaro dagli studenti.  All’esterno della sede della Federico II è stato realizzato un affascinante, e triste, flash mob: un gruppo di ragazzi ha indossato delle tute bianche fingendosi morto per le esalazioni inquinanti. 

Dopo il corteo lungo le principali strade del centro, alcuni manifestanti hanno raggiunto il ed occupato il Porto di Napoli: “Via le navi dalle città”, hanno gridato. Chiedono lo smantellamento delle grandi navi da crociera, che sono senza dubbio tra i mezzi più inquinanti al mondo. “E’ il tempo dell’azione diretta – hanno detto – Oggi non ci siamo limitati a riprenderci le strade della nostra città. Abbiamo chiarito che gli atenei, i luoghi di formazione non possono essere tali se non si può parlare di colossi come Eni e come Leonardo, fino a quando queste multinazionali continueranno a finanziare le nostre università i saperi saranno pilotati dalla controparte. Più di tutto però, abbiamo chiarito che è finito il tempo dei compromessi. Abbiamo bloccato il porto con un’azione di massa, perché i nostri corpi con la forza della nostra determinazione sono inarrestabili. Non ci fermeremo, non adesso. Domenica si vota e qualsiasi governo si formerà dovrà fare i conti con noi”.

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