Mercati in attesa della Fed: scommessa su tassi fermi e garanzie d’inflazione

La sfida di Powell non è da poco, visto che il numero uno della Fed è chiamato a calmare gli animi soprattutto sulla possibile ripresa dell'inflazione e quindi si scruta con attenzione l'annuncio sui tassi

ROMA – I mercati, e non solo Wall Street, focalizzano l’attenzione di queste ore sulla Federal Reserve che tra oggi e domani darà un’ulteriore indicazione sulla direzione della ripresa. E sulle mosse che la principale banca del mondo intende proporre per assecondarla. Cresce quindi l’attesa per la riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, che partirà oggi per concludersi domani con l’annuncio sui tassi sui Fed funds che i mercati scontano rimanere inchiodati attorno allo zero.

Fed al centro

Fed al centro delle mosse degli operatori come non mai, dunque, viste le turbolenze che hanno assediato di recente i mercati. E che sono state alimentate dalla paura di un improvviso balzo dell’inflazione negli Stati Uniti. Una paura non del tutto immotivata, visto che qualche economista ha fatto notare come la liquidità ‘monstre’ che la stessa Fed ha iniettato nei mercati come bazooka anti-Covid potrebbe benissimo presentare qualche effetto collaterale nel corso del tempo, soprattutto in una fase di ripresa dell’economia post lockdown. E soprattutto se accompagnata dal bazooka fiscale di Joe Biden da 1.900 miliardi di dollari, diventato appena legge.

La sfida di Powell

La sfida di Powell non è da poco, visto che il numero uno della Fed è chiamato a calmare gli animi soprattutto sulla possibile ripresa dell’inflazione. E quindi si scruta con attenzione l’annuncio sui tassi. Massima attenzione quindi al cosiddetto ‘dot plot’, il documento in cui ogni trimestre gli esponenti della Fed indicano quali saranno i livelli che, a loro avviso, i tassi di interesse testeranno nel breve, medio e lungo termine. Considerata la recente impennata dei tassi decennali sui Treasuries, che hanno scontato i timori degli investitori su un improvviso brusco aumento dell’inflazione, la Fed è chiamata a scelte difficili.

Le ipotesi

Secondo alcuni economisti potrebbero emergere segnali sull’intenzione della Fed di aumentare i tassi dallo zero a partire dal 2023. Ma alcuni esponenti del board potrebbero suggerire di accelerare e fissare un aumento dei tassi già a partire dal prossimo anno. Commenta Mark Cabana di Bank of America: “Crediamo che la Fed domani si mostrerà un po’ più ottimista ma ancora cauta. Detto questo, credo che sarà difficile riuscire a mostrarsi dovish visto che la situazione sta migliorando. Il risultato è che crediamo che Powell sarà meno accomodante rispetto alle attese del mercato”. Nessuna stretta monetaria sembra però dietro l’angolo. “E’ probabile che facciano capire che un rialzo dei tassi avverrà alla fine del 2023”, ha detto Cabana.

Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia è invece più deciso: “Domani gli esperti della Fed aumenteranno le stime sulla crescita del Pil statunitense. Powell confermerà la politica monetaria ultra-accomodante ancora per lungo tempo, ‘troppo presto’ per cambiare strategia: tassi invariati e piano di quantitative easing confermato all’acquisto mensile di 120 miliardi di dollari di titoli governativi”.

Le stime sul Pil

In arrivo anche una marcata revisione al rialzo delle stime sul Pil Usa rispetto all’outlook pubblicato il 16 dicembre scorso. La crescita del Pil grazie al Relief Plan da 1900 miliardi di dollari dell’amministrazione Biden potrebbe arrivare fino a un +6% nel 2021 e un +3,5% nel 2022 (precedenti stime +4,2% nel 2021 e +3,2% nel 2022). Leggera revisione al ribasso per la disoccupazione. L’inflazione potrebbe essere confermata con le previsioni precedenti (1,8% nel 2021 e 1,9% nel 2022). Lasciando intendere, come esplicitato più volte negli ultimi mesi, come le recenti pressioni rialziste sui prezzi siano considerate solamente temporanee.

(AWE/LaPresse)

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