ROMA – Svolta sul tema migranti. È stato firmato al Viminale, con la Conferenza Episcopale Italiana, la Comunità di Sant’Egidio e il ministero degli Esteri, un nuovo protocollo per l’arrivo, in due anni, di 600 richiedenti asilo da Etiopia, Niger e Giordania.
L’accordo tra Cei e Viminale
Si tratta, spiegano i promotori, di persone vulnerabili (famiglie con bambini, malati, donne a rischio di tratta) che vivono attualmente in campi profughi e altre sistemazioni precarie. Appartenenti per lo più a nazionalità del Corno d’Africa, dell’Africa sub sahariana e anche della Siria. A siglare il protocollo la Conferenza Episcopale Italiana (che agirà attraverso la Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes) e la Comunità di Sant’Egidio. Come promotori, insieme a rappresentanti dei ministeri dell’Interno e degli Esteri.
La priorità è gestire i corridoi umanitari
“La firma di oggi è la conferma di un percorso lungo che vede insieme diverse istituzioni nella creazione dei corridoi umanitari e tiene conto anche dell’esperienza pregressa che punta all’accoglienza. E vede la partecipazione di tanti volontari”, sottolinea il segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo. “L’integrazione è effettiva ed efficace a dimostrazione che questi corridoi umanitari stanno funzionando”.
Come saranno accolti i migranti
Dopo il loro arrivo, che avverrà in modo legale e sicuro, si accoglieranno i richiedenti asilo in diverse regioni italiane. E sarà avviata la loro integrazione. A partire dall’apprendimento della lingua e della scolarizzazione dei minori, secondo un progetto totalmente autofinanziato grazie all’8xmille della Chiesa Cattolica. E a una raccolta fondi della Comunità di Sant’Egidio.
Grazie agli stessi promotori, un precedente protocollo per richiedenti asilo provenienti sempre dall’Etiopia, ha già permesso l’ingresso e la progressiva integrazione di 498 profughi, in un centinaio di comuni di 18 regioni italiane. Con l’impegno e il coinvolgimento di numerose diocesi.
(LaPresse)