Brexit, Conte: “Il negoziato con Londra non è facile”

Il premier è intervenuto oggi a Firenze, concludendo i lavori di 'The State of the Union'

Foto Palazzo Chigi/Filippo Attili/LaPresse

FIRENZE “Quello fra Regno Unito e Unione europea è un patrimonio di rapporti che con la Brexit rischia di essere disperso. E che, invece, stiamo cercando di preservare, attraverso un negoziato con Londra che garantisca un recesso ordinato e la successiva conclusione di una relazione futura. Che si conservi profonda ed ambiziosa, tra il Regno Unito e l’Unione europea. Non è facile”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, oggi a Firenze, concludendo i lavori di ‘The State of the Union’.

Il caso Brexit e il difficile negoziato con Londra

“Ma vorrei ricordare – ha aggiunto Conte – che non furono neppure facili i negoziati di adesione di Londra alla Comunità europea. Che, tra fughe in avanti e brusche frenate, si protrassero per due decenni. Anche la Brexit si sta rivelando un processo molto complesso, con cui continueremo inevitabilmente a fare i conti per un’ampia parte della prossima legislatura. In questo contesto, la tutela degli interessi di cittadini e imprese dovrà continuare a guidare le scelte politiche che i leader europei saranno chiamati ad affrontare su questo tema. Senza cedere a sentimenti di frustrazione e di stanchezza”.

L’obiettivo è investire sulla crescita

“Investire nella crescita contribuisce anche alla stabilità”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, oggi a Firenze, concludendo i lavori di ‘The State of the Union’. “Per tale motivo – ha aggiunto Conte – riteniamo che debbano essere scorporati dal Patto di stabilità e crescita gli investimenti nazionali nei settori di ‘breakthrough’ con ricadute europee. Vanno inoltre semplificate le procedure di strumenti esistenti ma in larga misura finora inutilizzati, come gli IPCIE (Importanti progetti di comune interesse europeo), cioè programmi di sviluppo transnazionali di importanza strategica per l’Unione, per cui i Trattati prevedono l’ammissibilità degli aiuti di Stato, in deroga alle norme generali sulla concorrenza”.

(LaPresse)

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