Migranti, i politici del mondo divisi tra buoni e cattivi

L'Italia chiude i porti e l'Europa riscopre la propria umanità

Foto Mahmud Turkia / AFP

ROMA – Sul problema immigrazione, il mondo si divide in buoni e cattivi. Così c’è chi si erge a paladino dei diritti umani e critica il ministro dell’Interno Matteo Salvini per aver deciso di chiudere i porti ai barconi.

I buoni

La vicenda dei migranti dell’Aquarius è stata un’occasione ‘gustosa’ per Francia e Spagna di ripulirsi la coscienza. I due Paesi, dopo anni riscoprono il valore dell’accoglienza, perché questo serve ai premier, in carica da poco o pochissimo tempo, per dare o mantenere un’ immagine ‘immacolata’. Facile per Gabriel Attal, portavoce del partito di maggioranza francese La République En Marche del presidente Emmanuel Macron, definire vomitevole la posizione del governo italiano. Senza fare alcun accenno alle politiche francesi che le porte agli immigrati le hanno sbarrate da tempo. Altrettanto facile per il neo premier spagnolo Pedro Sanchez cogliere per tentare di cancellare il passato della sua nazione. Quello si vomitevole con i respingimenti violenti sotto i governi precedenti. Facile per le Ong attaccare, questa mattina, durante una missione ‘umanitaria’, Salvini e definirlo fascista. Se il cambio di rotta sui migranti non fosse dettata da interessi personali, ci sarebbe da prendere esempio.

I cattivi

Inutile a dirsi che in questa fase storica il premio per il più cattivo la vince Salvini, con lui e prima di lui il presidente americano Donald Trump. Ma anche l’ungherese Viktor Orbàn che si è detto pronto a dare una mano agli italiani per espellere i migranti. La schiera dei cattivi si infoltisce con il ministro tedesco Horst Seehofer che si è detto pronto ai respingimenti anche da solo portando Angela Merkel a correre ai ripari e ad ammettere che l’immigrazione è un’emergenza europea e che l’Italia è stata lasciata sola per troppo tempo.

Buonismo o umanità?

Buonismo non è sinonimo di umanità. Se è vero che è umano evitare che fratelli di altre nazioni anneghino in mare e trovino un posto sicuro quando scappano da guerra e miseria, è altrettanto vero che si è realmente umani quando dopo i salvataggi, dopo aver aperto le porte di casa a chi ha chiesto accoglienza si è capaci di garantirgli un futuro. Un futuro diverso rispetto a quello degli ‘invisibili’ che a mala pena sopravvivono ai margini della società, quelli a cui l’umanità ha smesso di pensare già da un po’. Sui migranti buoni e cattivi restano categorie relative.

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