Migranti, il parroco di Sora: “Hanno telefoni e collane, quali persecuzioni?”

Si scatena la polemica dopo le dichiarazioni del sacerdote

Foto Davide Anastasi / LaPressecronaca31/01/2019 Catania (Italia)La nave Sea Watch è arrivata nel porto di CataniaNella foto: lo sbarco dei migranti al porto di CataniaPhoto Davide Anastasi / LaPressenews31/01/2019 Catania - Italy The Sea Watch ship arrived in the port of CataniaIn the pic migrants

MILANO“Voglio essere polemico. Ma non si vanno a soccorrere sulle navi persone che hanno telefonini, oppure catenine, catene al collo, e dice che vengono dalle persecuzioni. Quali persecuzioni?”. Questo passaggio dell’omelia del parroco di Sora, in provincia di Frosinone, durante le celebrazioni per la festa di San Rocco ha scatenato l’immediata reazione dei fedeli presenti in piazza. Alcuni lo hanno applaudito, mentre altri gridavano “buu, vergognati”. In un momento nuovamente delicato sul versante dell’immigrazione, con la vicenda Open Arms che spacca la politica e l’opinione pubblica, le parole del sacerdote, don Donato Piacentini, non sono passate inosservate. Rinfocolando la battaglia social tra le opposte fazioni.

La diocesi di Sora prende le distanze

La diocesi di Sora, però, ha immediatamente preso le distanze dalle parole del parroco, in una lunga nota in cui il vescovo, monsignor Gerardo Antonazzo, sottolinea in sostanza che la scelta della diocesi è l’accoglienza. E che “qualunque pensiero in senso contrario espresso da chiunque, non esprime la volontà della Chiesa diocesana. E si deve addebitare esclusivamente a discutibili scelte personali di ogni singolo soggetto”.

L’operato della Chiesa

“Nella ricorrenza della festa di San Rocco”, scrive la diocesi, “il vescovo ha celebrato l’eucarestia in piazza San Rocco, a Sora, davanti a una gremita assemblea di fedeli. Nell’omelia ha sottolineato come uno dei cardini fondamentali della vita di San Rocco è stata la scelta evangelica del ‘prima gli altri’. La testimonianza di San Rocco – prosegue la nota della diocesi – incoraggia ancor più l’operato della nostra Chiesa, soprattutto attraverso la Caritas. Sempre impegnata nell’accoglienza e nel servizio amorevole delle antiche e nuove forme di povertà. Tale accoglienza è stata rivolta in particolare agli immigrati giunti sul nostro territorio. In collaborazione con la prefettura di Frosinone, con le istituzioni civili locali, con le associazioni di volontariato impegnate nel processo di integrazione”.

(LaPresse/di Claudio Maddaloni)

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