Roma – E’ interesse dell’Italia, proprio per la sua specificità, avere la massima collaborazione internazionale.
Per questo “lo spirito critico è quello che induce a valutare un documento sia esso nazionale o internazionale, leggerlo e analizzarlo prima di formulare una opinione, e non sul sentito dire”. Sergio Mattarella non cita mai, davanti agli studenti dell’Università di Verona, il Global Compact ma il riferimento è chiarissimo.
Le ultime polemiche sollevate e le posizioni “diverse” all’interno della maggioranza di governo di certo non garbano al capo dello Stato.
Sul fronte migrazione “L’Italia è stata lasciata sovente sola”
L’inquilino del Colle ha chiesto e chiede in questi anni, con governi di diverso orientamento, connotazione e composizione politica è che l’Unione europea assuma in maniera concreta, nella sua dimensione continentale, come Unione, il governo da questo problema”.
Il fenomeno “non va ignorato ma governato o si rischia di essere travolti”
Serve “una responsabilità collettiva di tutti, non soltanto di alcuni i paesi”. Il richiamo del presidente a una Europa più attiva verso le esigenze dei cittadini non è nuova, ma a questo si aggiunge la necessità di considerare “ogni occasione, ogni sede, ogni strumento, ogni documento prezioso”.
La posizione del Colle sull’accordo che sarà firmato a Marrachech il 10 e 11 dicembre è nota
Una posizione condivisa con il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi e lo stesso premier Giuseppe Conte. Per Mattarella quindi questa non deve trasformarsi in una occasione mancata, anzi deve essere il più possibile approfondita e semmai migliorata per il bene di tutti i Paesi che soffrono o si fanno carico del flusso dei migranti.
“Un fenomeno senza tempo e senza confini”
Quello che riguarda i flussi migratori, ricorda il presidente, è “un fenomeno perenne nella storia, più intenso in alcuni tempi come nel nostro” ed è “un fenomeno che non è più di carattere emergenziale ma strutturale, e quindi costituisce una delle grandi sfide che si presentano all’Unione europea e a tutto il mondo, ed è un’esigenza che richiama alla responsabilità comune”.