E’ il 3 ottobre del 2013 quando un barcone proveniente dalla Libia, con un a bordo centinaia di migranti, si ribalta davanti alle coste di Lampedusa. Il bilancio delle vittime è impietoso: 368 i morti, molti dei quali donne e bambini. In ricordo di quella tragedia, dal 2016, in Italia si celebra la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione. Oggi, a 9 anni da quella strage migliaia di studenti – arrivati da tutta Italia e dall’Europa – hanno sfilato in un corteo pacifico per le via di Lampedusa. Fra di loro anche qualcuno dei 155 superstiti di quel terribile giorno che, a bordo di una delle motovedette della Capitaneria, ha raggiunto le coordinate esatte del luogo del naufragio, per gettare in mare alcune corone di fiori in onore di quanti persero la vita. “Erano donne, uomini, bambini che scappavano dalla Siria, dalla Somalia ed Eritrea e da altri Paesi, in fuga dalla fame e dalla guerra. Nostri fratelli e sorelle. Da allora altri 24.000 uomini e donne hanno trovato la morte in fondo al Mediterraneo. ‘Un cimitero’, ha ricordato più volte papa Francesco, che ricorda la nostra incapacità di dare risposte di accoglienza, di giustizia e di pace a tanti nostri fratelli e sorelle”, ricorda la Fondazione Migrantes attraverso il suo direttore generale, monsignor Pierpalo Felicolo, il quale ricorda come il 3 ottobre sia “una giornata in cui si rinnova l’appello all’Europa per un piano condiviso di salvataggio in mare di persone in fuga e che hanno diritto a una protezione internazionale. Ogni morto in mare è un atto di ingiustizia e di inciviltà. Non si possono lasciare sole le Capitanerie di porto e le navi delle Ong nell’azione di salvare in mare chi fugge. Non bastano piani per fermare”, ribadisce Felicolo che rilancia: “Occorrono piani per salvare. La democrazia in Europa è macchiata da ogni ritardo nel presidiare il salvataggio delle persone nel Mediterraneo. Ed ancora: è macchiata da ogni abbandono di azioni diplomatiche di pace e da ogni impegno mancato di cooperazione allo sviluppo”.
E mentre i radicali sottolineano che “non basta ricordare, bisogna agire e subito” e il Pd ribadisce come l’Ue su questo tema “non offre risposte all’altezza della sua, quindi nostra, civiltà”, il presidente della Camera, Roberto Fico, chiede all’Europa di “fare di più sul fronte dei flussi migratori” con il “il superamento definitivo della legge Bossi-Fini”. Forza Italia, attraverso le parole del sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, insiste sulla necessità di “una politica europea di cui l’Italia deve essere capofila” che “sappia costruire le condizioni di sviluppo e cooperazione”.
“Possono cambiare i governi e le amministrazioni, ma la comunità di Lampedusa non dimentica. I lampedusani non faranno mai mancare il loro aiuto a chi è in difficoltà”, è il commento di Totò Martello, ex sindaco dell’isola che poi aggiunge: “Ricordare questo drammatico evento non significa solo rendere omaggio alla memoria di quelle vittime innocenti, significa anche ribadire un impegno che deve coinvolgere le istituzioni e la società civile, affinché non ci sia più nessun’altra vittima delle migrazioni ed affinché vengano sempre rispettati i diritti inviolabili di ciascun essere umano”.
di Giusi Brega