Migranti, Open Arms sbarca 3 persone malate con le famiglie

MILANO – Undicesimo giorno al largo di Lampedusa per la nave della Ong spagnola Open Arms, che da giorni ospita 160 migranti raccolti nel Mar Mediterraneo. Un’attesa estenuante, che ha sfiancato tante delle persone a bordo.  Per tre di loro, probabili casi di tubercolosi e polmonite, è stata disposta l’evacuazione medica urgente insieme a sei familiari. Tra loro anche una donna di 32 anni con un tumore al cervello.

Dopo una consultazione tra Italia e Malta, otto sono stati portati in elicottero a La Valletta mentre un’altra persona, un sospetto caso di tubercolosi, è stata condotta a Lampedusa da una motovedetta della Guardia Costiera. In serata, la Procura di Agrigento ha deciso di aprire un’inchiesta con l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che non vede tra gli indagati il personale della Ong spagnola ma punta a identificare gli scafisti che hanno abbandonato in mare i migranti.

Oltre alle tre donne sbarcate nei giorni scorsi, anche il profugo soccorso questa sera e portato a Lampedusa sarà sentito dalla Squadra Mobile di Agrigento. Alla schiera dei sostenitori della Ong spagnola, dopo Richard Gere si è unita un’altra star hollywoodiana. L’attore e regista spagnolo Antonio Banderas ha lanciato un appello perché si dia la possibilità di sbarcare ai migranti a bordo e ha definito “un orrore” la politica dei porti chiusi.

Anche la Ocean Viking, partita da Marsiglia, ha realizzato il suo terzo soccorso

In mattinata ha soccorso altri 81 migranti che viaggiavano su un gommone non adatto alla navigazione. Il salvataggio è avvenuta in acque internazionali al largo della Libia.

“Ora sono 251 le persone a bordo della Ocean Viking”, scrive Medici Senza Frontiere con un tweet. Inutile dire che la situazione è delicata. La nave, infatti, aveva già salvato altre 85 persone prima che il ministro dell’Interno firmasse un decreto di divieto di ingresso in acque italiane, secondo quanto previsto dal decreto sicurezza-bis. Salvini ha anche scritto al governo norvegese, Stato di cui la nave batte bandiera, sollecitando a indicare un porto sicuro dove la nave possa riparare. (LaPresse)

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