Migranti, papa Francesco: “Le porte della Chiesa sono aperte”

Il pensiero del pontefice va in particolare alle famiglie e alle vittime della strage in Indonesia

VATICANO – Il Natale è il momento di tornare in famiglia “ma tante persone non hanno questa possibilità”. Lo ha ricordato il Papa all’Angelus rivolgendosi “a tutti coloro che sono lontani dalla loro famiglia e dalla loro terra”. “Il nostro Padre celeste non vi dimentica e non vi abbandona – ha assicurato il Santo Padre – . Se siete cristiani, vi auguro di trovare nella Chiesa una vera famiglia, dove sperimentare il calore dell’amore fraterno. E a tutti coloro che sono lontani dalle loro famiglie, cristiani e non cristiani, dico: le porte della comunità cristiana sono aperte”.

Si avvicina il Natale, la riflessione di papa Francesco

Per Papa Bergoglio, in queste Feste al primo posto non deve esserci il nostro “io”, ma il “Tu” di Gesù e del prossimo. Specialmente di chi ha più bisogno di una mano. In questo senso per papa Francesco il Natale deve essere “estroverso”. Allo stesso tempo non “disperso”.

Il significato della quarta domenica di Avvento

Dalla finestra dello studio nel Palazzo apostolico vaticano, il Pontefice davanti a 20mila fedeli ha ricordato che “la liturgia di questa quarta domenica di Avvento pone in primo piano la figura di Maria, la Vergine Madre, in attesa di dare alla luce Gesù, il Salvatore del mondo”. Francesco esorta a fissare “lo sguardo su di lei, modello di fede e di carità; e possiamo chiederci: quali erano i suoi pensieri nei mesi dell’attesa?”. La risposta “viene proprio dal brano evangelico di oggi, il racconto della visita di Maria alla sua anziana parente Elisabetta”.

Il Papa mette in evidenza “il contrasto tra Maria, che ha avuto fede, e Zaccaria, il marito di Elisabetta, il quale non aveva creduto alla promessa dell’angelo e per questo rimane muto fino alla nascita di Giovanni”.

L’augurio del Santo Padre ai fedeli 

Il Pontefice ha invocato “la Vergine Maria” affinché “ci ottenga la grazia di vivere un Natale ‘estroverso’, ma non disperso, estroverso: al centro non ci sia il nostro ‘io’, ma il Tu di Gesù e il tu dei fratelli, specialmente di quelli che hanno bisogno di una mano”. Così “lasceremo spazio all’Amore che, anche oggi, vuole farsi carne e venire ad abitare in mezzo a noi”.

Il pensiero alle vittime della tragedia in Indonesia

Dopo l’Angelus, il Papa ha espresso solidarietà e vicinanza alle popolazioni dell’Indonesia, colpite da violente calamità naturali.

Infine, a due giorni dal Natale il pensiero del Papa è andato “in particolare alle famiglie, che in questi giorni si ricongiungono: chi vive lontano dai genitori parte e torna a casa; i fratelli cercano di ritrovarsi… A Natale è bello e importante stare insieme in famiglia”. E per chi non potrà tornare dai suoi cari, le porte della Chiesa sono aperte.

(Lapresse/di Simone Gorla e Benedette Dalla Rovere)

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