Milano, 25 ago. (LaPresse) – L’Arci nazionale interviene sul caso dei migranti trattenuti a bordo della nave Diciotti ancorata al porto di Catania dal 20 agosto scorso. Dunque lo fa attraverso i propri legali, l’avvocato Corrado Giuliano e l’avvocato Daniel Amato, assistiti dalla dottoressa Raissi Silvi Marchini che oggi hanno presentato al Tribunale Civile di Catania un ricorso d’urgenza ai sensi dell’ex articolo 700 del Codice di Procedura civile (lunedì prossimo sarà presentato ricorso anche al TAR di Catania), “perché il giudice delegato dal presidente del Tribunale, dottoressa Cristiana Cosentino, ordini l’immediato sbarco dei migranti detenuti a bordo della nave Diciotti e la loro presa in carico da parte dei Servizi Sociali del Comune di Catania, e l’avvio del procedimento di riconoscimento dello Status di rifugiato in favore dei migranti a bordo della nave sulla base di quanto stabilito dalla Convenzione di Ginevra del 1951. Convenzione di Ginevra che definisce con chiarezza lo status di rifugiato” ovvero “chiunque nel giustificato timore d’essere perseguitato per ragioni di razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato…”.
l’appello
Secondo il collegio difensivo dell’ARCI “il trattenimento prolungato a bordo della nave Diciotti dei 177 migranti costituisce una grave violazione anche dei diritti fondamentali. Questi riconosciuti sia dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo (artt. 3 e 5) che dalla Costituzione Italiana (artt. 13 e 24). Dal 15 agosto scorso, i migranti, soccorsi dalla nave Diciotti al largo di Lampedusa, si trovano infatti a bordo dell’imbarcazione privati di fatto della libertà personale. Qui, in condizioni di salute precarie, senza la possibilità di esercitare il diritto di informazione e il fondamentale diritto di difesa. Inoltre senza poter avanzare la richiesta di protezione internazionale”. Perciò l’iniziativa giudiziaria dell’Arci sarà seguita anche dal Centro documentazione Pio La Torre di Palermo. Mentre nel ricorso interverrà ad adiuvandum l’associazione siciliana Officina delle idee.