TUNISI (Tunisia) (LaPresse/AFP) – Migranti, arriva l’ok della Tunisia per lo sbarco di una nave con 40 persone a bordo. La svolta sembra essere arrivata: la Tunisia ha dato il via libera allo sbarco della nave Sarost 5 con 40 migranti a bordo. Bloccata da oltre due settimane al largo di Zarzis, nel sud del Paese. L’annuncio è stato dato sabato sera dal premier Youssef Chahed durante una riunione in Parlamento dedicata al voto di fiducia al nuovo ministro dell’Interno. Ma pare che la nave non abbia ancora ricevuto istruzioni per l’approdo a Zarzis. “Per ragioni umanitarie accoglieremo i 40 migranti”, ha annunciato Chahed.
Il 26 luglio era stato già lanciato l’allarme
Già tre giorni fa, il 26 luglio, la ong WatchTheMed Alarmphone aveva lanciato un allarme per le due donne incinte presenti a bordo. “Hanno bisogno di soccorso medico immediato o perderanno i bambini se non saranno sbarcate”. Questo aveva fatto sapere l’organizzazione dopo che la Mezzaluna rossa tunisina aveva raggiunto l’imbarcazione. E in una nota diffusa poco fa Alarmphone afferma: “Siamo sollevati” dalla decisione. Ma “l’arrivo di Sarost 5 sul suolo tunisino nono costituisce un precedente per le piattaforme di sbarco” in Nord Africa che l’Ue vuole realizzare. La Tunisia fa parte dei Paesi spesso citati come possibile sede delle cosiddette ‘piattaforme di sbarco’ che i 28 leader Ue si sono accordati per realizzare fuori dal territorio europeo, nel corso del Consiglio europeo di fine giugno. Ma la Tunisia – come pure Marocco, Algeria e Libia – ha già fatto sapere che non intende ospitarne.
Le dichiarazioni del capitano della nave
“Malgrado il ritardo nel prendere questa decisione, siamo contenti e sollevati”, il commento a caldo ad AFP del capitano della nave, Ali Hajji. Con la precisazione che i migranti “sono molto stanchi e vogliono entrare in Tunisia”.
Il viaggio era cominciato dalla Libia a bordo di un gommone
Il viaggio dei 40, originari di Africa subsahariana ed Egitto, era cominciato dalla Libia a bordo di un gommone. Dopo cinque giorni di navigazione sarebbero stati individuati, in una data non precisata, dalla nave Caroline III inviata da un centro di soccorso maltese, che ha dato loro rifornimenti. Secondo la ricostruzione fornita da alcune ong tunisine, questa nave avrebbe allora chiamato le guardie costiere di Italia, Francia e Malta, che “si sono rifiutate di accogliere i profughi, sottolineando che i porti più vicini erano in Tunisia”. A quel punto i migranti, fra cui ci sono otto donne, sarebbero stati avvistati dai dipendenti del giacimento petrolifero tunisina di Miskar, operato dalla compagnia britannica BG, e presi in carico dalla ‘Sarost 5’ a bordo della quale si trovano adesso. Si tratta di una nave di rifornimento della compagnia, che batte bandiera tunisina.