Milano, 15mila manifestanti contro il decreto Sicurezza

Tanti gli slogan e i cartelli contro il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, che ha fortemente voluto il decreto

Foto LaPresse - Vince Paolo Gerace 16/11 /2018 - Milano (MI) Cronaca Manifestazione degli studenti Nella foto Manifestazione degli studenti partita da Piazza Cairoli, il No Salvini day contro il Ministro dell'Interno e del governo

MILANO (LaPresse) – Collettivi politici di sinistra e anarchici, sindacati di base, centri sociali, associazioni cattoliche e laiche che si occupano di accoglienza agli immigrati. Hanno sfilato tra le 15 e le 20 mila persone per le strade di Milano per dire no al decreto Sicurezza e la chiusura del centro di accoglienza di via Corelli, destinato ad essere trasformato in centro per il rimpatrio.

Slogan contro il ministro Salvini

Tanti gli slogan e i cartelli contro il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha fortemente voluto il decreto, da “Mai più lager” a “Fermare Salvini”. Tanti anche gli striscioni, che recitavano: “Lega Salvini e lascialo legato” e “Lega ladrona. Salvini casta”.

15mila in piazza contro il dl Sicurezza

Alla manifestazione, che ha preso il via alle 16 da piazza Piola, in zona Città Studi, ed è terminata a pochi metri da via Corelli poco prima delle 18, hanno preso parte non solo i giovani dei centri sociali e la rete di ‘Mai piu’ lager-No ai Cpr’ ma anche, con le loro bandiere, la Camera del Lavoro, Arci, Rifondazione Comunista, Cgil, Fiom, Pci, e Cobas. Molte le bandiere rosse e delle varie organizzazioni sindacali.

La questione della destinazione del centro di via Corelli impegna gli esecutivi sia di centrodestra che di centrosinistra da almeno vent’anni. I Cpt, centri di permanenza temporanea, furono infatti istituiti nel 1998 dalla legge Turco-Napolitano e al tempo i Radicali e Rifondazione comunista parlarono di “strutture inumane e illegali”.

Cambio di rotta dopo l’approvazione del decreto

Tanti gli episodi verificatisi anche nella struttura di via Corelli. Di fatto gli stranieri non in regola con il permesso di soggiorno venivano rinchiusi in stato di detenzione, identificati e nel caso ce ne fossero i presupposti, espulsi dall’Italia. Le strutture poi vennero trasformate in Cie, centri di identificazione ed espulsione, ma le condizioni non cambiarono. Nel 2013 invece si è registrato un cambio di rotta con l’apertura del programma Sprar e politiche di accoglienza diffusa sul territorio. Il decreto Sicurezza, fortemente voluto da Salvini, ha segnato l’ennesimo cambio di rotta.

La replica social del vicepremier

Nel tardo pomeriggio è arrivata anche la risposta del ministro dell’Interno che sui social ha sottolineato come “anche oggi non manca il corteo anti-Salvini!”. “A Milano – ha aggiunto il vicepremier – i soliti kompagni protestano per i nuovi centri di rimpatrio degli immigrati clandestini previsti dal nostro Decreto, diventato legge. Bacioni”.

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