Milano, la cucina antispreco valorizza gli scarti

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Cucina circolare
Cucina circolare

Lo spreco alimentare rappresenta una delle sfide ambientali più urgenti del nostro tempo. Secondo recenti analisi, nelle case italiane sono finiti nella spazzatura oltre 500 grammi di cibo a settimana per nucleo familiare, un dato che si è tradotto in tonnellate di risorse preziose perdute e in un significativo impatto ambientale. In risposta a questa emergenza, sta emergendo un movimento culturale e gastronomico noto come “cucina circolare”.

Questa filosofia si fonda su un principio tanto semplice quanto rivoluzionario: riconsiderare ciò che definiamo “rifiuto”. Gambi, bucce, foglie esterne e parti meno nobili di frutta e verdura non sono scarti, ma ingredienti a pieno titolo, ricchi di sapore, fibre e nutrienti. Adottare questo approccio ha significato non solo ridurre la quantità di rifiuti organici prodotti, ma anche riscoprire sapori autentici e ottimizzare la spesa, con un beneficio tangibile per il portafoglio e per il pianeta.

Un esempio emblematico di questa pratica è stato dimostrato con la preparazione di una vellutata a base di carciofi. Invece di gettare le foglie esterne più dure, le cosiddette brattee, queste sono state recuperate. Il procedimento è stato ideato per estrarre sapore e nutrienti da ciò che comunemente finisce nel compostaggio. Le brattee sono state bollite in pentola a pressione con bucce di cipolla e aglio, creando un brodo vegetale aromatico.

Questo brodo, una volta filtrato con cura, è diventato la base liquida per la vellutata. Al liquido si sono poi aggiunte patate, per conferire una consistenza cremosa, e la parte verde di un porro, un altro elemento spesso scartato. Dopo una seconda e più breve cottura, il tutto è stato frullato con un mixer a immersione fino a ottenere una crema omogenea. Il risultato è un piatto che nobilita l’intero ortaggio, trasformando un potenziale spreco in una portata principale.

Ma il recupero in cucina non si fermerà ai carciofi. Le bucce di patata, se ben lavate, potranno diventare croccanti chips cotte al forno. I ciuffi delle carote si trasformeranno in un pesto originale e saporito, alternativo a quello tradizionale. I gambi dei broccoli, spesso coriacei, una volta cotti e frullati potranno arricchire zuppe o diventare la base per sformati vegetali.

L’impatto di queste abitudini andrà ben oltre il semplice risparmio economico. Lo spreco alimentare è una delle principali fonti di emissioni di gas serra. Il cibo che marcisce nelle discariche produce metano, un gas con un potere climalterante molto superiore a quello dell’anidride carbonica. Gettare cibo significa inoltre vanificare l’enorme dispendio di acqua, energia e suolo necessari per produrlo.

Adottare un approccio antispreco non richiederà competenze da chef stellato, ma un semplice cambio di prospettiva. Significherà guardare a un cespo di sedano o a una cipolla nella loro interezza, immaginando come ogni loro parte possa contribuire a creare un piatto. È un invito alla creatività e alla consapevolezza, un piccolo gesto quotidiano che, moltiplicato su larga scala, potrà generare un cambiamento profondo per l’ambiente.

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