di Alessandro Banfo
ROMA (LaPresse) – La generazione dei nuovi lavoratori precari, gli imprenditori vessati dal Fisco e le immancabili dirette Facebook. Il primo giorno ufficiale da ‘superministro’ del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio parte con un doppio incontro. Intervallato da una passeggiata in Via Veneto tra ali di folla delle telecamere. Il “primo passo” è un confronto con l’associazione bolognese dei riders, i ciclofattorini del food.
“Ho voluto incontrare quei ragazzi che rappresentano quei nuovi lavori e sono il simbolo di una generazione abbandonata. Sono ragazzi senza tutele e spesso senza un contratto“. L’obiettivo del capo politico del M5S è chiaro. “Noi vogliamo che abbiano una vita dignitosa. Noi iniziamo un percorso per un modello di lavoro che dovrà avere un salario minimo orario e deve prevedere un confronto tra i lavoratori e i colossi”.
Il gruppo di lavoratori ricevuto al Ministero del Lavoro è composto da ventenni, alcuni con le loro bici che sembrano soddisfatti dopo il primo incontro con il neoministro
“La prossima settimana ci sarà un altro incontro informale e forse apriremo un tavolo. L’incontro è andato bene, il ministro ha fatto molte domande, in realtà si sta informando. L’obiettivo è aprire un tavolo condiviso, puntando sul salario minimo”.
Di Maio, dopo essersi congedato dai bikers, compare subito su Facebook. Ribadisce la necessità di trovare “una soluzione per i riders. Perché chi lavora, deve avere diritti minimi e un salario minimo”.
La giornata però è solo a metà. Dopo le 13.30 ecco la camminata al Mise per incontrare la delegazione del Drappo Bianco. Associazione dei piccoli imprenditori e disoccupati colpiti dalla crisi e dalla burocrazia fiscale. “Deve finire l’era delle leggi antievasione che combattono chi ha sempre pagato le tasse. Se si devono fare leggi antievasione, vadano nella direzione di colpire gli evasori. Oggi si sta rendendo la vita un inferno per imprenditori e professionisti”, dice davanti ai giornalisti in una sala gremita. Nessuna domanda ammessa (come al Ministero del Lavoro) e una promessa. “Il Drappo Bianco concorda con me che servano provvedimenti a costo zero che riguardano la burocrazia. Lo spesometro, redditometro e lo split payment: vanno eliminati. Ove possibile, bisogna sostituirli con meccanismi digitali dove l’imprenditore non ha oneri. Semmai è lo Stato che deve incrociare le banche dati e accertare se ci sono dei furbi”.
E se Di Maio assicura il dialogo con “tutti”, nel pomeriggio c’è pure il tempo per incontrare i capi di direzione dei due dicasteri e soprattutto i dipendenti del Mise.
“Sarà un piacere lavorare insieme. Io vorrei conoscervi tutti uno per uno, anche se non sarà facile. Ci sono tante aspettative per questo governo, dopo 85 giorni finalmente si parte. Se ci sarà una fusione con il Ministero del Lavoro lo vedremo, io voglio parlare con tutti. Qui possiamo fare una piccola rivoluzione per l’economia sostenibile e la green economy“. Questo, quanto detto nell’ennesima diretta Facebook.
Al momento, in primo piano c’è sicuramente il dossier Ilva
Dal 1/o luglio infatti, Arcelor Mittal può formalmente chiudere l’acquisto delle acciaierie. Anche se non ha trovato un accordo con i sindacati. Per ora, tutti gli incontri sindacati-azienda sono stati vani. Ora, lo stesso colosso indiano potrebbe organizzare a breve un confronto con lo stesso Di Maio, che si non è ancora espresso sul futuro delle fabbriche.