MILANO – Fra Stati Uniti e Inghilterra è sempre una questione di… tè. Sta facendo discutere il gesto con cui Alex Morgan ieri ha celebrato il suo gol vittoria nella semifinale della Coppa del Mondo vinta dagli Usa sulle leonesse inglesi di Phil Neville. La 30enne campionessa americana, dopo aver trafitto di testa il portiere avversario, ha esultato mimando il gesto di bere un tè.
L’esultanza di Morgan fa infuriare gli inglesi
Gli inglesi, per cui bere la famosa bevanda è una sorta di rito, non l’hanno presa bene tanto che in tv si è parlato anche di “un atto di guerra”. L’emittente americana Fox Soccer ha twittato “Just another tea party…” con un fotomontaggio del famoso ‘Boston tea party’ (l’episodio che diede il via alla Guerra di indipendenza americana nel 1773) accanto alla foto della Morgan.
Il riferimento storico dell’esultanza
La giocatrice inglese della Juventus, Lianne Sanderson, ospite alla tv britannica durante la partita ha definito “sgradevole” l’esultanza di Morgan che invece si è difesa, sostenendo che nel suo gesto non c’era nulla di offensivo nei riguardi del popolo inglese. “Volevo solo rispondere a Rapinoe, che ha sempre così tante esultanze. Era solo un modo per divertirci fra di noi”, ha dichiarato la stella americana. Ma un tweet della nazionale americana femminile sembra in qualche modo confermare il riferimento ‘storico’ dell’esultanza. “Il numero 13 nel giorno del suo compleanno. In onore di queste 13 colonie. Ecco il te'”, si legge. Morgan gioca con il numero 13 e 13 erano le colonie originarie degli Stati Uniti.
La quinta finale in 8 edizioni del Mondiale
Ma aldilà delle polemiche per l’esultanza la brava e bella centravanti americana si è confermata una delle trascinatrici della corazzata americana verso la quinta finale Mondiale in otto edizioni. Con il sesto gol in questa edizione, capocannoniere del torneo insieme all’inglese Ellen White, Morgan ha anche rotto un digiuno che durava dalla partita contro la Tailandia in cui aveva messo a segno una clamorosa cinquina. “Non era così importante per me, ma ovviamente è stato bello entrare nel tabellino dei marcatori e segnare il gol della vittoria”, ha dichiarato l’attaccante americana.
Terza finale mondiale in carriera per Morgan
Quella di domenica sarà per Morgan la terza finale della Coppa del Mondo in una carriera già leggendaria a soli 30 anni. “Sì, è davvero incredibile: ogni torneo mi ha dato qualcosa di diverso e l’ho guardato con una lente diversa”, ha detto. Morgan aveva 22 anni quando è uscita dalla panchina per segnare nella finale del 2011 persa ai rigori contro il Giappone a Francoforte. Nel 2015 era invece nella formazione iniziale nella vittoria per 5-2 sempre contro le giapponesi. “Ovviamente ora ho un ruolo più importante, essere capitano è semplicemente fantastico”, ha aggiunto.
In campo anche Megan Rapinoe
Nella finale di domenica, gli Stati Uniti dovrebbero recuperare anche Megan Rapinoe. La protagonista assoluta delle partite contro Spagna e Francia, con i suoi cinque gol, ieri è rimasta in panchina per problemi fisici. Il ct statunitense Jill Ellis ha però spiegato che la decisione di lasciare fuori la 33enne Rapinoe è stata presa per pura precauzione. “E’ solo un piccolo problema al bicipite femorale, oggi non era davvero in grado di giocare oggi ma mi aspetto che sia in forma per la finale e pronta a giocare”, ha detto la ct americana. E con una Rapinoe in più, gli Usa contro la vincente di Olanda-Svezia proveranno a calare un fantastico poker…
(LaPresse)