MONDRAGONE – La Cassazione ha rigettato il ricorso presentato da Augusto La Torre contro l’ordinanza del Tribunale di sorveglianza di Torino, che aveva respinto la richiesta di liberazione anticipata. La decisione è stata presa durante l’udienza del 20 febbraio, con la relazione del Consigliere Vincenzo Galati. Le motivazioni, però, sono state rese note soltanto questa settimana.
La Torre, capo della cosca mafiosa disciolta dei ‘Chiovi’, aveva impugnato il provvedimento contestando la composizione del collegio di disciplina che aveva applicato una sanzione disciplinare, condizione che aveva portato al diniego della liberazione anticipata. In particolare, l’imputato aveva sollevato il fatto che fosse stato il medico di guardia a prendere parte al collegio, invece del dirigente sanitario incardinato, come previsto. Tuttavia, la Corte ha ritenuto che questa contestazione fosse estranea al procedimento di liberazione anticipata, poiché avrebbe dovuto essere sollevata in sede di reclamo contro la sanzione disciplinare, ai sensi degli articoli 35bis e 69 dell’ordinamento penitenziario.
Pertanto, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile e ha condannato La Torre al pagamento delle spese processuali e alla somma di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende. Questo provvedimento conclude una lunga disputa legale riguardante la richiesta di libertà anticipata, senza che siano emersi elementi tali da giustificare un’esenzione dalla causa di inammissibilità.