Monsignor Spinillo: “La devozione di Salvini? I politici ascoltino la volontà del Signore”

Le ostentazioni di fede dei vicepremier e la lezione della Chiesa: “Non gli chiedano di appoggiare le loro idee”

Foto Stefano Cavicchi- LaPresse in foto Matteo Salvini

Baci al Rosario, immagini della Madonna pubblicate sui social, continui richiami alla protezione della Vergine tra un post in cui si chiudono le porte ai migranti e un altro in cui si balla con una cubista. Matteo Salvini danza senza misura tra sacro e profano. Nelle ultime ore ha ringraziato “la Beata Vergine Maria” per l’approvazione del decreto Sicurezza bis. E Luigi Di Maio, che lo rincorre su ogni campo, decide di conseguenza di mostrarsi come politico sfacciatamente devoto: “Ogni santo giorno che il Signore ci regala, noi lo sfruttiamo per dare il meglio di noi stessi”, dice. Il laico dibattito politico si trasforma in ostentazione religiosa che sa più di calcolo politico che di reale devozione. Il vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, ricorda ai politici il vero senso della preghiera. Che è ascolto, prima di tutto.

Monsignor Angelo Spinillo

Monsignor Spinillo, ritiene opportuno questo continuo richiamo di Salvini e Di Maio alla Vergine per commentare vicende politiche?

Ognuno prega come vuole, non giudico il modo di pregare delle persone. Credo, però, che la preghiera sia innanzitutto mettersi in ascolto della presenza di Dio, non solo chiedere l’aiuto per quello che ci sembra più utile per i nostri progetti. Pregare è mettersi in ascolto di quello che Dio vuole per l’umanità e provare a mettersi in cammino insieme con lui.

L’ostentazione religiosa intanto invade le aule parlamentari…

Non è un giudizio che tocca a me dare. In un contesto di parlamento civile è possibile manifestare le proprie espressioni di fede, ma certamente si potrebbe evitare di coinvolgere tutta l’assemblea e vivere la propria fede anche in maniera più intima e privata.

Cosa pensa di quello che sta accadendo sul tema dei migranti?

Credo che la Cei abbia espresso il proprio pensiero al quale aderisco convintamente. Il discorso dei migranti è complesso e non si risolve semplicemente con le chiusure. Dovremmo collaborare a costruire una società che sia più capace non solo di accogliere i migranti, ma anche di integrare le persone nel modo più efficace possibile. Il progetto politico dovrebbe pensare a questa priorità: è primario aiutare ogni persona, chiunque sia. Un cittadino italiano, o qualcuno che aspira a diventarlo, deve avere tutte le possibilità di realizzarsi. Le faccio un esempio.

Prego.

Abbiamo assistito alla stupenda partita dell’Italia femminile contro l’Olanda e nella squadra italiana c’erano due atlete di colore. Da quello che ho visto il loro contributo è stato determinante per la vittoria. Credo dobbiamo saper guardare a questi aspetti, perché ogni persona offre qualcosa di estremamente positivo quando è messa nelle condizioni migliori.

Eppure queste invocazioni alla Vergine arrivano dopo l’approvazione di un decreto che chiude le porte a chi prova ad arrivare in Italia…

E’ per questo che dico che la preghiera non serve a chiedere al Signore di contribuire e aderire al nostro pensiero, ma di ascoltare ciò che Dio vuole per l’umanità. Quando preghiamo pronunciamo la frase “sia fatta la tua volontà”. Ecco, con questa diciamo semplicemente che vogliamo concorrere alla realizzazione vera di quello che è il progetto di Dio.

Altro tema caldo: nella Terra dei fuochi è tornato il caos e si rischia una nuova emergenza rifiuti con lo stop per lavori al termovalorizzatore di Acerra, con territori in subbuglio contro il rischio di ospitare nuovi siti di stoccaggio. Come sta vivendo questa fase?

Ne stiamo discutendo, anche tra i vescovi. La nostra diocesi ha promosso un incontro con i sindaci, durato quasi tre ore, che è stato molto positivo. Era presente anche il vescovo di Acerra, monsignor Di Donna, e credo che la sua dichiarazione abbia ben espresso il punto di vista dei vescovi che chiedono di non ritornare nella condizione degli anni scorsi, ma soprattutto di non tornare a penalizzare ancora gli stessi luoghi e le stesse comunità. Bisogna vivere questa occasione come un momento in cui ripartire e offrire alla nostra terra una migliore gestione del ciclo dei rifiuti.

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