MILANO – Moody’s declassa Atlantia attribuendo questa decisione alle incertezze politiche legate al nodo concessioni e il titolo del gruppo vive una giornata sulle montagne russe. Dopo essere rimbalzato a inizio seduta (la decisione di Moody’s è arrivata nella tarda serata di ieri) a fine giornata Atlantia ha chiuso in calo dell’1,24% a 18, 73 euro. Dopo aver avviato la revisione del gruppo il 3 gennaio scorso ieri l’agenzia ha portato il rating della holding Atlantia a ‘Ba3’ dal precedente ‘Ba2’. E il rating di Autostrade per l’Italia (Aspi) a ‘Ba3’ da ‘Ba1’. Il rating di Aeroporti di Roma è confermato a ‘Baa3’. L’outlook su tutti i rating resta negativo.
Le stime di Moody’s
La decisione sul rating sottolinea l’agenzia di rating “riflette la crescente pressione politica cui è esposto il Gruppo in relazione alle modifiche unilaterali ai contratti delle concessionarie autostradali in Italia introdotte dal Decreto Milleproroghe. E la persistente incertezza sul profilo di credito di Autostrade per l’Italia”. Osserva infatti Moody’s: “Anche se la nuova legge sarà probabilmente impugnata nei tribunali italiani ed europei e potrebbe essere ribaltata, indebolisce ulteriormente la posizione di Aspi e Atlantia”.
Il declassamento del rating
In più “il declassamento dei rating riflette anche l’apparente mancanza di progressi nelle discussioni legate al futuro della concessione ASPI. Il che suggerisce che un accordo sulla rinegoziazione della concessione potrebbe essere difficile da raggiungere, date le opinioni frammentarie all’interno della coalizione di governo su come risolvere la situazione Aspi”. In ogni caso sottolinea l’agenzia “qualsiasi potenziale esito della negoziazione si tradurrà in termini molto meno favorevoli per Aspi rispetto al quadro attuale”.
Il nodo concessioni
Inoltre l’agenzia non esclude che il governo possa tentare ulteriori azioni contro Aspi. “Una posizione più conflittuale da parte del governo e una posizione rigida da parte di Atlantia e Aspi possono portare a lunghe battaglie legali che coinvolgono tribunali italiani ed europei. Che aumenteranno le incertezze per i titolari di debito”, conclude l’agenzia.
(AWE/LaPresse/di Paolo Tavella)