Morta in carcere, sospetti di violenze

La 32enne di Ercolano è stata trovata morta nel carcere Fleury-Mèrogis: il più grande d’Europa

NAPOLI – Svolta nelle indagini sulla morte di Gilda Ammendola nel carcere di Parigi: la Procura ha deciso di rinviare l’autopsia prevista oggi. E’ emerso un presunto caso di violenza nell’istituto di pena. Probabilmente raccontato dalla ragazza al telefono con i familiari, subito dopo l’arresto, avvenuto il giorno precedente. Tutto in 24 ore.

Le indagini

Gli inquirenti cercano di fare luce su questo lasso temporale: dal fermo della 32enne di Ercolano incensurata, al decesso avvenuto il giorno dopo. Il condizionale è d’obbligo, perché le autorità francesi fanno filtrare le notizie col contagocce. Per ora si sa solo che è stata trovata impiccata. E i familiari hanno presentato una denuncia alla magistratura italiana. La Procura di Roma ha aperto una inchiesta e disposto l’esame medico legale. In attesa di avere riscontri degli accertamenti francesi.

Il sospetto

Emerge il sospetto di violenze nel carcere parigino. Percosse? Maltrattamenti? Abusi? Saranno le due indagini parallele a stabilirlo (italiana e d’Oltralpe). Intanto una intera cittadina attende con apprensione l’esito degli accertamenti. Non semplici. Bisogna coordinarsi con le verifiche svolte dalla magistratura francese, che ha disposto anche l’autopsia. Al momento si procede a rilento. E la famiglia si è rivolta all’avvocato Domenico Scarpone, per far emergere la verità.

Il timore di un depistaggio

Sì, perché ad oggi tutto è possibile. Pure l’ipotesi di un depistaggio. Qualcuno potrebbe non favorire le indagini (per non dire ostacolarle). Perché? Insomma c’è da lavorare e il pubblico ministero di Roma sta acquisendo informazioni di prima mano da Parigi, per capire come muoversi. Soprattutto dove indirizzare le verifiche: ovviamente coperte dal segreto istruttorio. Di certo c’è una inchiesta sulla morte di Gilda Ammendola nel carcere più grande d’Europa (accoglie oltre 4.100 detenuti).

La Procura indaga senza sosta

La Procura vuole cristallizzare la vicenda in fretta, per formulare un quadro. E punta a capire con l’autopsia se la 32enne fosse già deceduta al momento dell’impiccagione. E’ una pista battuta dagli investigatori. Non l’unica. La magistratura francese ha ascoltato il personale dell’istituto penitenziario e sviluppi potrebbero arrivare a breve. Ma la verità la potrà dire solo l’autopsia.
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