Milano– L’insaziabile Marc Marquez sfrutta il primo match point e mette in bacheca il settimo titolo iridato. Il 25enne spagnolo trionfa in Giappone e per la gioia della Honda padrona di casa chiude i giochi come ci si aspettava.
La lotta è viva fino al penultimo giro
A Motegi il numero 93 deve tirare fuori tutti i suoi superpoteri, perché un generoso quanto grintoso Andrea Dovizioso prova a rendergli vita dura. Il forlivese della Ducati, lanciato all’inseguimento del rivale, ha perso l’anteriore alla curva 10 vedendo sfumare le ultime, flebili speranze di rimonta.
Dovi, scattato dalla pole, ha subito provato a fare il vuoto e cullato sogni di vittoria. Ma Marquez, scattato dalla sesta posizione, non è certo stato a guardare e dopo una grande partenza si è lanciato sulle sue tracce: al giro 14 il duello si è infiammato, con il forlivese che ha subito il ritorno dello spagnolo ma è riuscito subito a rispondere all’attacco.
Al 21° il pilota della Honda si è riportato al comando
Dovi ci ha provato ancora ma ha alzato bandiera bianca con l’errore che ha spalancato le porte della gloria allo spagnolo. Il successo in terra nipponica decide il destino del Mondiale con tre gare d’anticipo: per il pilota di Cervera è il settimo titolo in carriera: classe 125 nel 2010, Moto2 nel 2012 e MotoGP nel 2013, 2014, 2016, 2017 e appunto 2018.
Secondo posto per Cal Crutchlow (Lcr Honda), che ha potuto approfittare del fuoripista di Dovizioso. Sul podio anche Alex Rins (Suzuki) che si è aggiudicato la battaglia con Valentino Rossi. La Yamaha ringrazia il ‘Dottore’, quarto davanti alla Ducati di Alvaro Bautista (Angel Nieto Team), Johann Zarco (Yamaha Tech3) e Maverick Vinales (Yamaha). Completano la top ten Dani Pedrosa (Honda), Danilo Petrucci (Ducati Pramac Racing) e il malese Hafizh Syahrin (Yamaha Tech3). Undicesimo Franco Morbidelli, caduta per Andrea Iannone (Suzuki), out alla curva 10 al 15° giro.
Al traguardo è esplosa l’incontenibile gioia di Marquez
“Mi sento davvero bene, anche perché dopo Aragon iniziavo già ad assaporare il titolo e immaginavo potesse essere così. La differenza è quando cogli l’occasione. Ho lavorato per tutto il weekend e in gara sono riuscito a seguire Dovizioso per tutto il tempo. Ho cercato di usare la stessa strategia della Thailandia, attaccarlo prima dell’ultimo giro perché sapevo di avere qualcosa in più“.
Doveroso pensiero a Dovizioso, ultimo ad arrendersi: “Mi spiace che abbia fatto un errore e sia caduto perché meritava di essere sul podio con noi”. Il forlivese ha applaudito con grande sportività all’ennesimo capolavoro dello spagnolo: “Faccio i complimenti a Marc, ha strameritato il titolo.Quest’anno non aveva una moto per fare una differenza da 100 punti, l’ha fatta lui la differenza. Bravo lui e la squadra. E’ logico ci sia delusione, volevamo vincere a tutti i costi questa gara e abbiamo avuto la possibilità fino all’ultima curva. E’ stata – ha aggiunto – l’ulteriore conferma che eravamo veloci ma bisogna ammettere la realtà, anche stavolta Marc ha tirato fuori qualcosa ed è riuscito a stare lì sino alla fine. In prova era molto veloce ma in gara è un altro discorso. Sulla velocità ci siamo, dobbiamo inventarci qualcosa contro Marquez. Ma non è facile“. Anche perché il campione del mondo, alla vittoria numero 69 in carriera, la 43/a nella classe regina, non sembra avere alcuna intenzione di interrompere il suo regno, anzi la sua tirannia.